GardenPool, come convertire una piscina in una mini serra per l’autosufficienza alimentare

Da Gianni


Considerando che avere la piscina in casa rappresenta un sogno per molti, a quei pochi che se la possono permettere questa esperienza sembrerà una vera e propria eresia e mai si sognerebbero di fare come la famiglia McClung. Eppure la loro idea di trasformare una vecchia piscina in una serra (anche se sarebbe più corretto definirla una mini fattoria) per l’approvvigionamento del cibo quotidiano, ben descritta sul loro sito GardenPool.org, è davvero interessante e indica una strada che prima o poi saremo tutti costretti a prendere in considerazione.
Dennis e Danielle McClung hanno due figli piccoli e insieme a loro, nell’ottobre del 2009, si sono trasferiti a Mesa, in Arizona, dove hanno acquistato la loro prima abitazione. La scelta è caduta su una casa con nel giardino una grande piscina però vecchia vuota e tutta da risistemare. Che fare, si sono chiesti i due coniugi, visto che per loro una piscina non è poi tutto questo valore aggiunto? Eliminarla riempiendola di cemento o spendere migliaia di dollari per rimetterla appunto in funzione sono state le prime due opzioni. Animati da un vero spirito ambientalista però non devono essere sembrate loro delle soluzioni accettabili perché, nella prima ipotesi non se la sono sentita di aggiungere cemento al cemento mentre nella seconda hanno calcolato che l’impronta ecologica di una piscina non è certo di quelle migliori: come si legge sul sito infatti sono circa 300mila le piscine pubbliche negli Stati Uniti e circa 10 milioni quelle private, piscine che impiegano un sacco di sostanze chimiche per prevenire la diffusione di virus poco simpatici (come il West Nile Virus) e sprecano grosse quantità di acqua ed energia, specialmente nel bel mezzo del deserto dell’Arizona (nella zona di Phoenix sono presenti 300mila piscine private e ogni anno se ne aggiungono 20mila nuove…) dove le piscine devono essere riempite praticamente ogni anno, aumentando lo spreco di acqua potabile utilizzata da una famiglia in media del 10% (una piscina di circa  60 metri quadri può perdere circa 7mila litri l’anno..), senza contare che le pompe che alimentano i filtri dell’acqua rappresentano, dopo i condizionatori d’aria, il maggiore spreco di energia delle case di quello Stato.

Di fronte a queste considerazioni i McClung hanno avuto l’originale (e vincente) idea di convertire la piscina in una serra per la produzione alimentare che coprisse il fabbisogno della loro famiglia. E ci sono riusciti alla grande spendendo poco e bruciando le tappe per quanto riguarda una buona autosufficienza: avevano calcolato di raggiungerla nel 2012 ma  hanno centrato l’obiettivo già a metà del 2010. Il progetto infatti l’hanno studiato davvero bene perché, oltre alla coltivazione delle orticole, all’interno della serra tra le tante cose hanno messo in piedi un pollaio e una vasca di pesci tilapia e tutto questo “ecosistema” assicura loro circa 8 uova fresche al giorno, grandi quantità di pesce (il tilapia è particolarmente prolifico e cresce molto rapidamente), erbe aromatiche, frutta e verdura biologica, il tutto per 365 giorni l’anno. Il tutto spendendo poco più di 1500 dollari e tempi di realizzazione di due giorni

Più nel dettaglio GardenPool combina:

  • produzione di energia dal sole (grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici)
  • riciclo delle acque piovane e reflue
  • avicoltura (allevamento di polli)
  • itticoltura
  • coltura idroponica
  • coltura biologica
  • acquaponica (a coltivazione simbiotica di piante e animali acquatici in un ambiente di ricircolo)
  • biofiltrazione
  • riscaldamento naturale dell’acqua
  • permacoltura

Non male per una vecchia piscina malandata…

Sul sito, molto ricco di informazioni, trovate tutti i dettagli del progetto e come fare a realizzarlo, dategli un’occhiata perché ne vale davvero la pena perché rappresenta un modo per produrre cibo in ambiente urbano molto intelligente e soprattutto sostenibile
Visto come vanno le cose…

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