I tormentoni come aspetto della serialità
Il ripudio della serialità supereroistica non implica per Ennis la rinuncia a un altro tipo di serialità: la riproposizione, con piccole e continue variazioni, di alcuni tormentoni comici che, pur rimanendo sempre marginali, contribuiscono a connotare alcuni personaggi e a far familiarizzare il lettore con la serie.
La ripetizione può riguardare tanto oggetti ricorrenti come gli hamburger giganti, l’ossessione di Natt il Cappello, quanto la vera e propria essenza di alcuni comprimari.
Prendiamo, per esempio, Sixpack, che ha una natura ambivalente. Se da un lato, nel momento della verità, non esita a sacrificarsi per salvare Gotham City, dall’altro, in molti albi, appare in vignette estemporanee usate spesso da Ennis per ridicolizzare i supereroi della dc. Nei suoi deliri alcolici, Sixpack immagina di combattere contro Darkseid nei vicoli di Gotham City per poi risvegliarsi in una pozza del suo stesso piscio, oppure una notte d’inverno si addormenta in strada e crede di essere stato congelato da Mr. Freeze.
Anche il nonno di Tiegel ha questa funzione. Pur essendo utilizzato, a differenza di Sixpack, esclusivamente per gli intermezzi comici,1 il personaggio risulta compiuto e sviluppato al meglio.
Un esempio calzante di come questo tipo di situazioni sia integrato in modo efficace con il resto del fumetto riguarda proprio il nonno.
L’anziano nazista vuole recarsi in Sud America assieme alla madre di Tiegel per fare visita ai vecchi amici camerati, ma quando arriva all’aeroporto deve rinunciare a causa di uno sciopero dei piloti. Tiegel, nel frattempo, ha approfittato della casa libera per invitare Tommy e fare sesso, senonché, quando il nonno e la madre rientrano in anticipo, per evitare una situazione imbarazzante costringe il fidanzato a scappare dalla scala antincendio. Evitato il pasticcio, Tiegel si vede però obbligata a intonare l’inno nazionale della Germania per assecondare la demenza senile del nonno.
Le vignette buffe dei tre che cantano scandiscono il ritmo della fuga rocambolesca di Tommy: la scala antincendio cede e l’assassino precipita in un appartamento del palazzo di fronte dove è in corso una compravendita di droga da parte di due gruppi di gangster. Il suo arrivo scatena una sparatoria con molti morti, a conferma di quanto detto nel paragrafo 6.2.2: Hitman è un’imprevedibile commistione di scene drammatiche e grottesche che Ennis riesce a gestire con equilibrio e abilità.
Un caso di costruzione della tavola: l’infanzia di Natt
Ennis e McCrea utilizzano una sequenza di quattro vignette identiche per raccontare l’infanzia di povertà di Natt il Cappello in un quartiere periferico di Detroit. Ambientate durante il giorno del compleanno di Natt in anni diversi, vengono inquadrati la facciata del palazzo malmesso, dove vive con la sua famiglia, e una via e un vicolo sporchi e degradati. In tutte le vignette ci sono anche, immutabili nel corso degli anni, l’onomatopea di uno sparo e un urlo fuori campo. Nella loro successione cambia solo la data, prima il 1972, poi il 1978, il 1985 e infine il 1989, ma l’abbandono e la il sudiciume rimangono costanti, a sottolineare un’infanzia e un’adolescenza vissute in un ghetto che non lasciava possibilità di scampo al richiamo della violenza.
La sequenza ricorda Dropsie Avenue2 di Will Eisner, un fumetto nel quale il protagonista era un piccolo quartiere di New York nato alla fine dell’Ottocento, quando la famiglia olandese Dropsie si insediò in quella che era solo una prateria incolta, e morto (raso al suolo) un secolo più tardi, dopo avere attraversato una giovinezza di splendore signorile e un lento e inesorabile declino.
Il ghetto di Detroit, a differenza di Dropsie Avenue, non nasce, vive e muore: nel periodo in cui vi ha abitato Natt è sempre stato morto, e con lui il destino dei suoi abitanti. Con un’ironia cruda e impietosa, e senza bisogno di discorsi esplicativi, Ennis mette a nudo la falsità di slogan come il principio di eguaglianza e il sogno americano a portata di chiunque voglia afferrarlo.
Il gusto per le citazioni cinematografiche
Nella formazione di Ennis gioca un ruolo determinante il cinema. Come visto nel capitolo 4, dedicato a Preacher, lo sceneggiatore ama in modo particolare Clint Eastwood, Sergio Leone e Sam Peckinpah, e nelle sue opere omaggia spesso questi e altri registi e attori.
Non a caso Tommy Monaghan assomiglia tantissimo a Eastwood e il locale di Sean Noonan nel Calderone è situato fra la Saint e la Peckinpah. Lo stesso quartiere inventato da Ennis, che per idearlo si è ispirato a Hell’s Kitchen,3 potrebbe avere origini cinematografiche. Nel film Stato di grazia4 di Phil Joanou, un po’ come nel fumetto di Ennis, viene raccontata la rivalità fra una banda di gangster di origini irlandesi e la mafia italo-americana nel quartiere di New York; il cerchio delle similitudini con Hitman è chiuso dal cognome del personaggio interpretato da Sean Penn: Noonan.
È invece certo che il killer Ringo Chen è un omaggio all’attore Chow Yun Fat e al cinema di John Woo, come afferma lo stesso Ennis in un’intervista.5
Altre citazioni esplicite sono presenti in Hitman n. 56, dove Natt e Tommy, appena arruolati nei marine, devono vedersela con il sergente maggiore Hartman e rivivono due scene prese di peso da Full Metal Jacket,6 e nel numero 57, dove Natt, in sogno, vive una parodia di Armageddon con Bruce Willis.7
La citazione cinematografica più vistosa è stata fatta nell’Annual disegnato da Carlos Ezquerra, che si apre con Tommy e Natt che si divertono a imitare il Clint Eastwood de Il buono, il brutto, il cattivo.8 Nel proseguimento della storia, Ennis citerà anche la cassa piena di dollari (trasformati da 200.000 a 2.000.000) e ambienterà la conclusione del fumetto in un cimitero sconfinato identico a quello del film di Sergio Leone.9
Alcuni anni dopo la fine della serie, sarà il cinema ad attingere da Hitman. In Bruges – La coscienza dell’assassino10 di Martin McDonagh assomiglia tantissimo al fumetto di Ennis e McCrea a partire dal protagonista, un killer irlandese interpretato da un Colin Farrell molto simile a Tommy Monaghan.
Fra i tanti punti di contatto fra fumetto e film mi ha colpito in modo particolare la citazione del primo incontro fra Tommy e Wendy.11
Come nel fumetto, il killer protagonista di In Bruges dice a una ragazza conosciuta da poco che di mestiere fa l’assassino; la ragazza pensa che l’uomo stia scherzando e lui la asseconda.