Speciale: Speciale Garth Ennis: nessuna pietà agli eroi
- Garth Ennis: nessuna pietà agli eroi – presentazione
- Garth Ennis: nessuna pietà agli eroi – Introduzione di Davide Barzi
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1): Il dito medio di Satana
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1.2): L’amore uccide
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1.3): Sangue reale
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1.4): una scala per il Paradiso
- Garth Ennis – La run su Hellblazer (cap. 1.5): Paura e odio
E che Constantine sia su tale sentiero non dobbiamo certo aspettare la summenzionata raccolta per capirlo: basta e avanza Paura e odio.
Lo sceneggiatore attua il suo attacco definitivo facendo bene notare i punti deboli di Constantine.
In rapida successione il protagonista è fatto passare attraverso tre valori fondanti come Famiglia, Amicizia e Amore quasi a ricordargli quali siano le cose belle della vita per le quali vale la pena combattere.
Constantine visita sua sorella e tenta di risolvere un problemuccio di sua nipote in End of the Line, passa poi attraverso l’obbligatorio Rubicone degli -anta in Forty, delizioso divertissment nel quale Ennis si rilassa e concede al pubblico persino qualche inusuale quadretto con altre importanti figure magiche dell’universo dc (Swamp Thing, Phantom Stranger, Zatanna) [1] , e sembra davvero regalare al suo personaggio un breve intervallo, un attimo in cui tirare il respiro prima che tornino a cadergli addosso valanghe di merda, come direbbe lo stesso autore.
Così come le cose buone della vita arrivano da esseri umani, anche quelle terribili provengono dalla stessa fonte, con i movimenti razzisti che prendono l’iniziativa e passano a cancellare i valori positivi elencati nei primi due episodi del ciclo, uccidendo amici di John e mettendo in serio pericolo la vita del suo amore, Kit.
C’è poco spazio per il soprannaturale in questa fosca discesa verso l’odio ma Ennis non dimentica di farci assistere anche alla terribile caduta di Gabriele (un volume caratterizzato quindi dal movimento dall’alto verso il basso sotto ogni punto di vista), pianificata da lungo tempo e ora attuata proprio nel momento a più alta densità di azione di quest’arco narrativo.
Illustrazione di Steve Dillon, dal n. 66, p. 23. © dc Comics/Vertigo
All’inizio di Paura e odio c’era un John rilassato, diviso fra tradizionali visite a sua sorella, in compagnia della sua ragazza ed esagerati festeggiamenti di compleanno: ora, in conclusione della storia, abbiamo un Constantine che ha assistito alla tortura e morte di un suo amico, ne ha delusi altri, ha tagliato le ali a un angelo e ha perso il suo amore, Kit, che lo lascia.
E lui in risposta non perde l’occasione per comportarsi da stronzo un’ultima volta.
Abbiamo un Garth Ennis in pieno controllo delle sue capacità, che comincia un po’ alla volta a raccogliere i frutti di quanto programmato e seminato in precedenza.
Ha la fortuna di poterlo fare con i disegni di uno Steve Dillon al massimo della forma, che non lesina su sangue e azione ed è in grado di sfruttare una palette di espressioni facciali vastissima.
Come già notato in precedenza, ogni volta che i due s’incontrano ne guadagna la resa generale della tavola, la composizione diventa molto più ordinata, calano di numero baloon e didascalie e si passa a griglie di vignette più grandi che garantiscono respiro e facilità di lettura.
Per meglio evidenziare tale cambio di marcia possiamo confrontare, un esempio fra i tanti possibili, alcuni dati fra una storia di questo ciclo, disegnata da Dillon, e una appartenente ad Abitudini pericolose, con tavole di Simpson.
In Amici altolocati abbiamo un totale di ben 157 vignette – delle quali solo una è splash page – dove troviamo distribuiti 171 baloon di dialogo (per comodità ho considerato come unici quelli uniti da un piccolo ponte, altrimenti il totale sarebbe aumentato molto) e 56 didascalie; in Quaranta, pur non diminuendo il numero delle pagine dell’albo, ci troviamo di fronte a cifre ben diverse: solo 123 vignette (con due splash page) nelle quali sono distribuiti 144 baloon di dialogo e 31 didascalie.
Non sono passati nemmeno due anni e il mix di maggiore presa sul personaggio e miglior feeling con il nuovo disegnatore ha prodotto un piccolo miracolo che Ennis, va detto, imputa anche a un cambiamento in certe abitudini personali [2] .
Ci sono quindi tutte le premesse per l’esplosione che avverrà negli ultimi cicli della gestione, un crescendo drammatico che non risparmierà nessun tipo di colpo di scena e scaglierà Constantine prima sulle strade, a vivere da barbone alcolizzato, poi negli USA a confrontarsi con il grande sogno americano e infine a saldare tutti i conti con Satana in persona. Siamo di fronte al momento migliore di Ennis sulla testata.
Note:
- Molto spassosi sia l’incontro con Phantom Stranger, cui il nostro urina sulle scarpe, che quello con Swamp Thing, sfruttato per far crescere e seccare una pianta di marijuana. [↩]
- L’autore, durante un’intervista rilasciata a The Comic Collective, ha ammesso che il miglioramento del livello di scrittura è dipeso anche dall’aver smesso di fumare cannabis mentre scriveva. [↩]
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