Ma cosa succede quando non si riesce a proiettare nulla verso il futuro?
Si continua a cercare, si scappa, ci si allontana.
La trama in sé parte da una condizione comune a molte persone giovani: l’incertezza su quello che sarà.
Gilla ha vent’anni e non sa cosa fare della sua vita, che direzione prendere.
I suoi dubbi la portano fino a Parigi, ma il vero viaggio inizia quando in una delle prime sere all’estero la realtà perde il suo confine e la protagonista si ritrova ad affrontare una città estranea e popolata di fantasmi. Parigi non ha il fascino a cui chiunque pensa, ma appare con colori lividi e freddi, sembra quasi un fondale inanimato, una quinta su uno sfondo lontano.
Nemmeno la quotidianità è d’aiuto. I suoi coetanei sembrano aver preso già la loro direzione, o quanto meno ci provano, vivono in una dimensione realistica, creando in Gilla il desiderio di allontanarsene sempre di più.
La storia è fatta dunque da due canali di lettura, uno più emozionale e uno scenografico e fortemente connotato a supporto della narrazione.
Vanna Vinci sceglie una narrazione eterea, in cui la realtà sfuma verso derive surreali ed oniriche.
Anche i tratti dipingono queste sensazioni: gli sguardi sono sognanti, gli occhi sottili ed allungati, i volti perplessi e distanti, i colori della città ingrigiti, contrastanti con la ricerca di identità perseguita dalla protagonista. Tutto è immobile e sembra passare senza lasciare traccia.
Lungo il percorso alcuni passaggi risultano un po’ forzati, per stessa ammissione dell’autrice che spiega come questi siano serviti da artifici per raggiungere il suo obiettivo e individua questi momenti, criticandone la credibilità, ma motivandone la presenza. Questa sensazione si avverte spesso durante la lettura e mi ha colpito la sincerità con cui l’autrice ne parla. Mi ha fatto pensare ad una forte volontà narrativa, libera ed anticonformista, fino al punto di esporsi con un’opera a tratti imperfetta, ma che riesce comunque a tradursi in un’espressione finale interessante.
Anche il fantasma di Roberto, l’amico di Gilla morto giovane che rimane al suo fianco fino alla fine, trasmette in modo molto forte il senso di questa storia: è il passato di Gilla, l’adolescenza eterna, che non si allontana fino a che lei non capisce che il futuro non è sempre fatto di strade già tracciate.
Gilla inizia infine un nuovo percorso, ma scopre che i fantasmi non sono scomparsi per sempre: nel finale della storia qualcuno si fa vivo per consegnare un messaggio a Gilla. I suoi dubbi non possono svanire ma, nonostante tutto, la protagonista riesce a fare pace con se stessa e a indirizzare le proprie energie in modo vitale e costruttivo.
Abbiamo parlato di:
Gatti neri, cani bianchi. Reminiscenze parigine
Vanna Vinci
Kappa edizioni, 2009
152 pagine, brossura, colori - 16,00€
ISBN 978-8874712199
Gatti neri, cani bianchi. Lungo il percorso
Vanna Vinci
Kappa edizioni, 2010
152 pagine, brossura, colori - 16,00€
ISBN 978-8874712717