Subito dopo arriva l’immancabile monologo di Gino Astorina, in cui, interagendo al solito col pubblico, spiega le intenzioni dello spettacolo e approfondisce con battute a raffica gli argomenti che verranno trattati negli sketch seguenti, approfittandone anche per qualche considerazione satirica sugli aggiornamenti politici di questi giorni. La scena successiva si svolge da un avvocato divorzista (Astorina) alle prese con una coppia in crisi (un Morabito per l’occasione invecchiato con una parrucca di capelli grigi e una nuovamente avvenente Agate): l’avvocato cerca di conciliare i dissidi dei due, che però non smettono un secondo di litigare, insultandosi e criticando ognuno i difetti dell’altro; il conciliatore sembra inizialmente dare ragione ad entrambi, ma le continue telefonate della moglie lo portano a confessare senza rendersene conto il suo giudizio estremamente negativo sui due malcapitati; attraverso un crescendo di chiamate, gradualmente la situazione si ribalta, finché l’avvocato, stufo delle continue richieste della consorte (fare la spesa, cucinare la cena, sopportare la suocera che resterà tre giorni da loro) litiga con lei fino al punto da voler fare ricorso a un altro avvocato. La coppia Morabito-Agate sembra invece ritrovare un’intesa (o meglio, un compromesso) non appena Astorina lascia il palcoscenico. Francesca Agate trova poi spazio per un suo divertente monologo in cui racconta al pubblico della vita con suo marito, di cui ogni battuta sarcastica viene da lei interpretata equivocamente come dichiarazione d’amore…
La gag seguente si svolge al Comune, ufficio spazzatura: dopo la difficoltà iniziale di farsi dare retta, in quanto l’usciere Messina legge il giornale, gli altri impiegati sono dediti all’enigmistica e il direttore è chiuso in stanza da una settimana a risolvere un complicatissimo Sudoku, il cittadino Morabito cerca di farsi chiarire i motivi delle sue multe. Scoprirà che le telecamere piazzate vicino ai cassonetti (la cosiddetta TV spazzatura) lo hanno ripreso in flagrante a non gettare l’immondizia nel cassonetto appropriato, fino ad arrivare agli assurdi per cui il pesce, poiché ricco di fosforo, andrebbe nei rifiuti speciali, mentre le croste del formaggio, ricche di calcio, andrebbero smaltite vicino allo stadio. Una gag classica e sempre divertente, quella dell’impiegato allo sportello in contrasto col cittadino, resa ancora più viva dal fare riferimento a temi legati alla quotidianità della città di Catania. E sempre all’attualità strizza l’occhio l’ultimo sketch del Gatto Blu, che si svolge in un negozio di telefonini: Morabito convince l’amico Messina che il suo cellulare è obsoleto e che deve comprarne uno più moderno, ma sa che lui ha la tendenza a farsi fregare facilmente e dunque si offre di accompagnarlo per guidarlo nella scelta; Astorina, un commesso molto zelante ed ammiccante, tra mille avances equivoche, riesce a rifilargli un cellulare ultimo modello completo di tutti gli accessori: enormi cuffie per ascoltare la musica, un modem-armadio da portare in spalla per collegarsi ad internet, completo di porta-tastiera e vano per la mega-SIM-card e batterie Mollacel; alla fine Messina scopre che col modello nuovo non riesce a telefonare e, dunque, il truffaldino commesso gli rifila il suo vecchio telefono lasciato precedentemente in permuta. Probabilmente tra tutte, quest’ultima è la gag che riscuote più successo e suscita ilarità tra il pubblico, sia per la presenza simultanea dei tre “mattatori” del gruppo sia per l’ausilio di vari oggetti di scena che rappresentano gli accessori, il tutto condito dall’interpretazione magistrale di Astorina che riesce a coniugare perfettamente la capacità di rifilare patacche sia a sprovveduti che a finti-esperti con una “gaiezza” che lo spinge continuamente a fare proposte equivoche ai due avventori.