Io, che non mi perdo la ghiotta occasione di dieci ore con nulla da fare, scrivo appunti sul mio taccuino facendomi ispirare dal Fidelio di Beethoven, in onda sul canale numero 5.
Ma qualunque sia la nostra scelta di passeggeri che decidono di far passare il tempo del viaggio con gli auricolari infilati nelle orecchie, a un certo punto tutti veniamo messi al corrente della virilissima eterosessualità di uno degli steward in servizio. Perché, chissà come, a un certo punto qualcuno preme il pulsante di attivazione del microfono per le comunicazioni ufficiali, e di colpo musica e film si interrompono per lasciar spazio alla voce dell’assistente di volo che, con spiccato accento roman-coatto,afferma: «Ahò! Mica son tutti froci come te!».
Qualcuno sghignazza, una signora americana – in sovrappeso come da cliché – non capisce cosa stia accadendo e chiede delucidazioni. L’anziano marito, evidentemente bilingue, divertito traduce, e anche Lady Cheeseburger si fa una grassa risata. Sembra una scena tratta tout-court da un cinepanettone (la scena del viaggio in aereo è immancabile in qualunque pietra miliare della filmografia Boldi-De Sica, come d’altronde lo sono le facili battute sui gay), e invece è un piccolo, banale, involontario spaccato d’Italia a cui, purtroppo, non basterà liberarsi di Berlusconi per mettere da parte il berlusconismo culturale.
La mia reazione è automatica: non posso far altro che aprire la cappelliera-bagagliaio e tirar fuori il mio pc che, come quello di ogni viaggiatore solitario che si rispetti, è pieno zeppo di file video pornografici per la sopravvivenza nelle notti di picco ormonale in una camera albergo singola. Troppo preso dalla necessità di ribellarmi al piccolo momento di Bagaglino d’omofobia ad alta quota appena passatomi nelle orecchie, apro Real Player e, abbandonato Beethoven, inizio a godermi le migliori scene di “Stallion Airlines”, pietra miliare dell’hard core gay con un meraviglioso e sexyssimo Logan McCree nel ruolo dello steward imbranato che rovescia le bibite sui pantaloni dei passeggeri maschi e poi dà tutto sé stesso per lavar via la macchia e farsi perdonare con un trattamento all-inclusive da business class della fellatio.
Certo… lasciarsi andare alla visione di un pornazzo su un aereo di linea può sembrare un atto estremo e ancora più provocatorio della burina ignoranza che l’ha provocato ma, visto e considerato che il machismo-italiano, pur essendo sempre a base di contenuti terra-terra, non fatica a far decollare la propria idiozia, mi sembra evidente che anche i cieli e le nuvole hanno bisogno di un loro piccolo Gay Pride.