Gay Talese, l’italo-americano del New Journalism

Creato il 07 febbraio 2012 da Redazioneunilibro

Era il 7 febbraio 1932 e ad Ocean City nella Contea di Worcester, Maryland, Stati Uniti la neve era altissima come in questi giorni. Quel giorno nasceva da Joseph Talese, emigrato da Maida, Catanzaro, e Catherine De Paolo di Brooklyn lo scrittore e giornalista Gay Talese.

Ocean City è la terra in cui fonda le radici lo scrittore, la terra che influenzerà forse per tutta la vita la sua scrittura, terra fondata da pastori metodisti e abitata per la maggior parte da irlandesi protestanti. La famiglia Talese gestiva un piccolo negozio per abiti da donna (il padre Joseph era un sarto) nella cittadina affacciata sulla costa atlantica.

Laureato all'Università dell'Alabama nel 1953, Talese è una potenza della penna, le sue storie raccontate in oltre cinquant'anni di giornalismo professionistico, prima al New York Times (dal 1953 al 1965) e poi all'Esquire, attraverso i suoi articoli fu un protagonista del nuovo modo di fare giornalismo meglio conosciuto oggi come "New Journalism". I suoi reportage sensazionali, le inchieste socio-culturali sugli Stati Uniti dell'epoca sono a tutt'oggi pietre miliari nella storia della letteratura d'Oltreoceano e materiale di studio per ogni aspirante giornalista.

La sua opera più celebrata è senza dubbio il romanzo "Onora il padre", un libro reportage del 1971, all'epoca Talese ha 32 anni e scrive per il "New York Times". Riesce a guadagnarsi la fiducia di Bill Bonanno, il figlio del padrino Joseph "Bananas" Bonanno, boss della mafia italoamericana, e diviene così una sorta di biografo autorizzato della più influente famiglia mafiosa statunitense. Un libro unico nato da un reportage che svela retroscena e vita vera dell'epoca. Da l'ascesa al declino del boss.

Altro libro degno di nota è senza dubbio "Frank Sinatra ha il raffreddore. Ritratti e incontri.", non ci si deve però far ingannare dal titolo di questo libro che raccoglie in realtà 14 storie, le migliori, scritte dal "poeta della quotidianità" o come lo definì Tom Wolfe il "co-fondatore del New Journalism". Straordinario il ritratto di Frank Sinatra che, uscito nel '66 su "Esquire", ancora oggi è segnalato tra i 10 migliori articoli mai pubblicati dal famoso magazine; il pezzo sul campione di baseball Joe Di Maggio, universalmente riconosciuto come il miglior articolo sportivo mai redatto; grandi star assieme ad anonimi articolisti del "New York Times" o comuni barbieri e sofisticati editor di "Vogue". Immortalati per sempre nella scrittura cristallina e scintillante di un maestro del racconto.

Aspettiamo ovviamente la ristampa de "Ai figli dei figli. La saga di una famiglia calabrese emigrata in America alla fine dell'Ottocento", la saga delle migrazioni di una famiglia italiana in America, seguita per più generazioni, la sua famiglia.