Se Bermuda, Jersey e gli altri paradisi fiscali britannici non elimineranno il segreto bancario e non creeranno un registro pubblico dei ricchi finanzieri e industriali che grazie a loro si nascondono al fisco, verranno inseriti in una lista nera internazionale. E’ quanto promette di fare entro sei mesi Ed Miliband in caso di vittoria laburista nelle elezioni di maggio.
(walesonline.co.uk)
Miliband contro i paradisi fiscali britannici: “Se non eliminano segreto bancario, lista nera”. Miliband non intende fare “passi indietro” nella sua campagna contro l’evasione fiscale, annunciando in un’intervista al Guardian che “è finalmente venuto il momento di mettere fine a una società nella quale un gruppo di persone può giocare con regole diverse rispetto agli altri”. Prosegue quindi il braccio di ferro polemico tra Miliband e ampi settori della City, che da più parti lo hanno accusato di voler proporre un’agenda economica che porterebbe la Gran Bretagna al disastro. L’uscita di Miliband segue di poco il tentativo diplomatico fatto da Peter Mandelson, l’ex ministro laburista e uno dei maggiori artefici del “New Labour” di Tony Blair, che aveva affermato che i laburisti faranno di più per rassicurare l’establishment finanziario ed economico britannico in vista delle elezioni.
La delicata posizione di Ed Miliband. Dopo i sondaggi in picchiata e le polemiche con il mondo della City, a complicare la vita di Miliband giunge anche la rivelazione che lo stesso Mandelson, insieme al giornalista ed ex portavoce di Tony Blair, Alastair Campbell, avrebbero guidato una fronda interna al partito per far fuori Miliband, ritenuto inadeguato alla sfida con David Cameron. Il tentativo, scrive il Financial Times, venne fatto nei mesi scorsi dopo il disastroso intervento di Miliband al congresso laburista, quando l’aspirante premier “dimenticò” nel suo discorso a braccio di parlare di economia, tema chiave di qualsiasi campagna elettorale. Mandelson e Campbell, appoggiati da una nutrita pattuglia di deputati laburisti, avrebbero offerto la guida del partito all’ex ministro dell’Interno Alan Johnson, che però avrebbe opposto un netto rifiuto. (ADNKRONOS)