Quanto tra noi “giocatori” non han pensato almeno una volta Eccovi una breve riflessione sull’argomento…
Ora, ammesso e non concesso che la mia generazione riuscirà ad averla una pensione e non sarà costretta a lavorare fin al giorno prima della “fine delle trasmissioni”, come sarà quel posto tra una trentina abbondante di anni?
I più pessimisti risponderanno certamente: “sarà infestato da zombie come il resto del pianeta terra” o “i babycyberbulli imperverseranno e con i loro minitaeser allontaneranno chiunque non sia della loro gang mentre i miasmi del fiume trasformato in fogna a cielo aperto ammorberanno l’aria” oppure ancora “ci sarà un supermercato fluviale lì”; i più creduloni invece diranno: “Ma no, il mondo finisce nel 2012″, oppure, se sono fedeli seguaci di Giacobbo: “Per allora i Maya Intergalattici avranno fatto compiere all’umanità il suo salto evolutivo“.
Ma come dico sempre al mio amico Gianni, voglio essere ottimista.
Mi sono immaginato quindi i tavolini della briscola adornati di dadi da venti, tabelloni a quadrati da un pollice, miniature (ormai pezzi da museo), e schede personaggio o magari pile di carte di Magic (orrrore!)… insomma i pensionati del 2048 giocheranno alla tradizionale briscola o si porteranno nella tranquillità dei loro 60 o 70 anni i loro amati giochi “made in 80′s”?
Considerando quanto il gioco di ruolo in genere è diffuso e conosciuto in Italia propendo per la sopravvivenza di bocce e briscola, magari coadiuvate da un segnapunti olografico o da un robot arbitro pronto a dirimere con le sue perfette misurazioni ogni diverbio dei senili giocatori.
Resta però il fatto che mentre molti passatempi sono esplicitamente legati all’età, parapendisti 90enni a parte, il gioco di ruolo, con la sua struttura “narra una storia”, con il suo antiagonismo e con la carica di socialità spesso sottostimata dai profani, ben si confà a qualsiasi fascia d’età ed anzi oso dire che con l’esperienza non può che migliorare.
Che sia giocato come “entra uccidi mostro arraffa tesoro esci” (EUMATE), come sofisticato gioco di interpretazione, sia che la campagna sia una complessa ricostruzione o una serie di scontri inframezzati da lunghi viaggi, il gioco di ruolo rimane abbastanza affascinante da diventare una passione che, casi della vita permettendo, difficilmente si vuol abbandonare del tutto.
Vedo probabile, almeno nella mia cerchia di amici, un simile ritorno o una simile permanenza nel gioco. Vedo probabile anche che molti coinvolgeranno, con che livello di successo non so, figli e nipoti nel loro tranquillo ed intelligente hobby.
Insomma voglio essere per una volta ottimista e pensare che, anche se tristemente sempre di nicchia, il vecchio d20 saltellerà su quei tavolini di legno… e come sempre finirà per perdersi sotto il tavolo iniziando tra gli attempati giocatori la discussione su chi avrà più acciacchi per evitare di raccoglierlo…
Voi, e mi rivolgo soprattutto ai “giocatori” in ascolto, che ne pensate? Vi vergognerete a giocar di ruolo nel 2048 e vi farete passare per giocatori di briscola… o di briscola virtuale?
Ah naturalmente il discorso potrebbe essere esteso a tutti quei “giochi intelligenti” che tanto ci affascinano, dai giochi di carte collezionabili e non ai mille giochi in scatola compreso il ben poco “elitario” Risiko!.