Gelmini, nuove regole per l’insegnamento e precari assorbibili (se tutto va bene…)

Creato il 10 settembre 2010 da Mondocom

Novità importanti per il comparto scuola, come annunciato dal Ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini. Cambiano le regole per l’abilitazione all’insegnamento ed i precari potranno essere riassorbiti, “c’è la ragionevole certezza”. Il regolamento prevede che per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria sia necessaria una laurea quinquennale, a numero chiuso e con prova di accesso, che venga aumentata la parte di tirocinio a scuola e che sia previsto un apposito percorso di laboratorio per la lingua inglese e le nuove tecnologie. Inoltre, “per rispondere meglio alle esigenze dei ragazzi disabili”, il nuovo regolamento inserisce in tutti i percorsi gli insegnamenti finora riservati ai soli futuri insegnanti di sostegno, in grado di consentire a tutti i docenti di avere una preparazione di base sui bisogni speciali. Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado, sarà necessaria tra l’altro la laurea magistrale ad hoc (a numero chiuso, basato sulle necessità del sistema nazionale di istruzione, composto da scuole pubbliche e paritarie), completata da un anno di tirocinio formativo attivo (475 ore di tirocinio a scuola, di cui almeno 75 dedicate alla disabilità, sotto la guida di un insegnante tutor). Per quanto riguarda i precari, che da una prima stima sarebbero 220.000, ma che considerando anche quelli inseriti nelle graduatorie dei singoli istituti, arrivano ad essere anche 500-600 mila. I posti vacanti sono circa 20.000 e dunque va da sé che non c’é spazio per tutte le 220 mila persone che chiedono lavoro. “E’ un problema di disoccupazione pesante rispetto al quale il Governo ha dato alcune risposte e cercherà di darne altre. E’ una piaga sociale che ereditiamo e rispetto alla quale, in un momento di crisi economica, è difficile, se non impossibile, dare una risposta risolutiva. Posso tuttavia garantire l’impegno del Governo per valutare tutte le strade possibili per alleggerire la situazione dei precari, tenendo però sempre presente che il nostro primo compito è quello di evitare l’insorgere di nuovo precariato”.

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