All'asilo mi dicono che invece tutto procede per il meglio, anche a tavola: anzi, lì si abbuffa, costretto a compensare i digiuni domestici.
Leggo sui manuali di pediatria che questo è un momento in cui i genitori devono avere particolare comprensione verso il primo figlio, in cui è meglio fingere di nulla a tavola per fare in modo che la sequenza dei ricatti si interrompa, in cui è fondamentale essere coerenti con le posizioni assunte per contrastare le rimostranze del primogenito. Ma vi assicuro che è difficilissimo mantenere la calma di fronte all'ennesimo rifiuto, all'ennesimo "beeh, che schifo!", "no!" e simili. E non credo neanche che la pazienza infinita, che ti porta a imboccare e tenere sulle ginocchia un bambino già perfettamente in grado di sfamarsi da solo, sia la strategia vincente (anche perché ci ho provato: oltre a essere controproducente i risultati in termini di cibo ingerito lasciano a desiderare).
E poi, mi chiedo, quando finirà l'asilo e saremo in vacanza come la metteremo? Lo sciopero della fame si interromperà? Speriamo che l'aria di montagna faccia miracoli.
p.s. chiudo il post con questa bella foto foto di Bianca e Luigi perché in fondo sono convinta che i due si vogliano già molto bene :-)