Gelosie – Parole – come le vene vivono del sangue – Antonia Pozzi

Da Lielarousse

Oggi ho visto il ritratto di un morto:
un soldato aggrappato ad una campana.
Ho pianto: ma il mio cuore si è contorto
in uno spasimo di gelosia vana.

Qualcuno a un altra vita dolorosa
aveva confidato il suo dolore:
non a me, alla bimba capricciosa
che alimenta soltanto un po’ d’amore.

Una cecità nera mi ha prostrato,
senza lacrime: per non aver avuto
poco di più, avrei, ecco, buttato
a mare tutto ciò che ho ricevuto.

Poi, ho capito quanto fosse angusto
il mio pensiero rapido e sfuggente.
Mi sono detta ch’egli è stato giusto:
ch’io non sono degna di niente:

io, accozzaglia sommessa d’inquietudini.
Io, sonnolenza e febbre addizionate,
biascicato rosario di abitudini
rimescolio di nostalgie sbavate.

E questa sera ho visto incanutire
ed abbrunarsi il cielo a poco a poco:
poi ho veduto nella via fiorire
delle corolle vivide di fuoco.

I fanali: sbocciati ad uno ad uno
come dei bianchi occhi smisurati
che si sgranassero a fissar qualcuno:
ma ho visto che su di me eran sbarrati.