Generación...perdida.

Creato il 04 luglio 2012 da Ilariadot @Luna84

Generación Erasmus”, come il titolo di un libro che ho giá letto: si chiama cosí. E' uno di quei programmi in cui ti imbatti a tarda notte, quando scollarsi dal ventilatore sembra comunque piú difficile che assecondare le palpebre in caduta. Un reportage di quindici minuti scarsi per festeggiare il compleanno della borsa di studio che mi ha cambiato la vita. 25 anni, mica bruscolini.
Lo trasmette la televisione di Stato spagnola, quel programma. Ci sono cattedratici che fanno fede al nome nascondendosi dietro a una scrivania. Ex studentesse particolarmente fortunate da essersi poi stabilite nel Paese in cui erano state spedite. Ma il messaggio di base, ahimé, resta soltanto uno:

Fuggite dalla Spagna, emigrate. Per i giovani, qui, non c'é nessun futuro.
Informe Semanal: Generación Erasmus
E a me viene il magone. Non che non lo sapessi, intendiamoci. La Spagna è in crisi, mica é una novitá. Solo che ascoltarlo lí, pronunciato a voce alta e in tono fermo... non so, é stato come sentirsi strappar via con violenza il cerotto di una speranza che io conservavo ancora. Come se, d'un colpo, perché l'ha detto un altro, fosse diventato vero.
Non si sceglie di chi innamorarsi. Per questo a volte parliamo di “persone sbagliate”. Persone che non ci ricambiano. Che ci complicano la vita. Che ci riducono in un angolo, impotenti, a pianger via la consapevolezza che i sogni ad occhi aperti rimarranno sempre tali. Ecco, forse con i Paesi é un po' lo stesso. Non posso scegliere di lavare la Spagna dal mio cuore. Se é per quello, non sono neanche in grado di smettere di lottare. Solo che, accidenti, é la terra sbagliata. Il playboy che non ti garantisce un futuro. Uno giá impegnato con un'altra. Qualcuno che, semplicemente, hai conosciuto nel momento sbagliato.
Fuggire dalla Spagna”, é il consiglio che danno ai giovani di lí. E io, io che vorrei soltanto entrarci; entrarci per restare, finalmente... io quali prospettive ho?
A volte penso che dovrei prendere in considerazione altre vie. Cercare il mio futuro in Inghilterra, magari. Oppure, chessó, in Svizzera, ché dicono sia all'avanguardia. Forse potrei addirittura puntare oltreoceano. A Miami c'é una grossa comunitá di hispanoablanti, tanto per dirne una. E in Costa Rica, giá dal nome, non dovrebbero stare cosí male. In realtá non credo che avrei difficoltá ad ambientarmi. Non le ho mai avute, in nessun posto. Poi, si sa, mi piacciono le sfide. Sí, la paura che sento a ipotizzare scenari del genere non é certo di quelle che ti tarpano le ali. Solo che...accidenti, solo che non é il futuro che volevo.


Io ho sempre avuto le idee chiare. Ho sempre saputo che avrei voluto scrivere, per vivere. Ho sempre saputo di voler studiare giornalismo. E ho anche sempre saputo che la mia indipendenza l'avrei vissuta in uno tra due posti: in Spagna, soprattutto. O, se proprio fosse andata male, in Emilia Romagna. Aut aut.
Invece sono ancora a Monfalcone, l'unico posto dove non mi sarei mai immaginata di restare. Persa tra tirocini che non mi daranno mai da vivere. Rimborsi spesa inconsistenti, e curricula spediti senza risposta alcuna. Sono ancora qui, sempre piú apatica e con sempre meno voglia di lottare. Qui, a passare in rassegna nella testa tutte le persone che vorrei avere accanto per accorgermi che tutte, tutte loro, son lontane dei kilometri.
Forse dovrei davvero passare al piano C. All'assurda ancora di salvezza di pubblicare un romanzo e sperare che vada bene. Perché davanti a troppi no; davanti a titoli di studio e lodi che non servono; ho la sensazione che sia scrivere la sola e unica cosa che so fare davvero. Mi manca la storia, peró. Mi manca anche il coraggio di raccontare di me.
Oggi é un giorno un po' cosí. Un giorno in cui “fuggire dalla Spagna”, piú che un consiglio, é uno strappo al cuore.

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