Ebbene, lo scorso anno le vendite del portafoglio Ecomagination hanno fruttato alla multinazionale americana la bellezza di 21 miliardi di dollari. Un dato che rappresenta una crescita del 16,6% rispetto al 2010 e più che doppia in confronto a quella ottenuta da GE nel suo complesso (+6,5%).
Per avere un quadro il più chiaro possibile, è bene ricordare che Ecomagination non concerne solo il circoscritto fonti rinnovabili o soluzioni per l’ambiente, ma include anche apparecchi molto “tradizionali” come motori, trasformatori, accumulatori, software, capaci però – rispetto al passato – di ridurre i consumi e l’inquinamento.
Lo sviluppo di queste soluzioni non può evidentemente prescindere dai programmi di ricerca e sviluppo: nel 2011 GE ha stanziato 2,3 miliardi di dollari e l’obiettivo totale per il periodo 2010-2015 è di 10 miliardi. Inoltre, insieme ai propri partner, General Electric ha poi finanziato con 134 milioni di dollari i progetti vincitori della competizione Ecomagination challenge, un concorso internazionale che ha visto la partecipazione di innovatori, studenti, imprenditori e start up da tutto mondo, chiamati a proporre idee alla soluzione di problemi “eco” attraverso canali multimediali.
Mutatis mutandis, qualcosa di simile sta avvenendo anche in Italia. Enel Green Power ad esempio ha programmato un investimento di oltre 6 miliardi di euro entro il 2016, mentre la capogruppo Enel ha previsto l’impiego di 15 milioni di euro nel prossimi 3 anni per finanziare start up di imprese italiane e spagnole improntate a clean energy e innovazione.
Ma si sa, quando le cose succedono negli States ci fa tutta un’altra impressione…
[foto da windonline.org]