Generalità
Ciascuno stadio può contare su una durata che si differenzia in base ad un gran numero di condizioni endogeno-ambientali e ha il pregio di cambiare valore economico in relazione alle differenti attenzioni e cure dal punto di vista colturale che vengono fornite alla pianta, ma anche in base alla differente capacità di produzione.
La grande velocità con cui si passa da uno stadio all'altro è condizionata dalla presenza di fattori genetici, ma anche fattori tecnico-colturali e pedo-climatici e, per questo motivo, la rapidità varia in relazione alla specie della pianta e all'ambiente in cui essa viene coltivata.
Stadio giovanile
Si tratta di uno stadio che viene chiamato anche improduttivo, ma che può contare su una durata che dipende direttamente dalla specie e dal fatto che quest'ultima sia semenzale che di astone.
L'utilizzo di semenzali si caratterizza esclusivamente per la ricerca per migliorare il profilo squisitamente genetico, in modo tale da poter sviluppare delle nuove cultivar e dei nuovi portainnesti.
Per tutti coloro che sono amanti delle coltivazioni di piante da frutto, è importante sottolineare come vengano impiegati, nella maggior parte dei casi, astoni da un anno di età.
La durata dello stadio giovanile dei semenzali delle pomacee, nello specifico ci stiamo riferendo al pero ed al melo, va oltre i dieci anni. Per quanto riguarda lo stadio giovanile dei semenzali delle drupacee, al contrario, la durata non va mai oltre i cinque anni e non si possono riscontrare sostanziali variazioni.
Nella maggior parte dei casi, il portainnesto franco ha l'effetto di prolungare lo stadio improduttivo in confronto a tanti altri portainnesti che vengono ricavati mediante la via vegetativa.
stadio di maturità
Ecco spiegato il modo in cui ha inizio la prima fase del ciclo di riproduzione che, man mano che passa il tempo, si trasforma in una sempre più costante fruttificazione.
I semenzali, nel corso del trasferimento dallo stadio giovanile a quello di maturità, devono affrontare un processo che prende il nome di Ingentilimento, durante il quale la porzione epigea si caratterizza per il passaggio da delle impronte selvatiche a quelle tradizionali.
L'intera attività si verifica pian piano, iniziando dalla parte apicale della pianta e terminando verso la base della stessa.
Proprio la parte basale della pianta da frutto potrà contare sulle medesime caratteristiche di giovanezza, almeno fino al momento in cui tutta la parte epigea sarà arrivata al suo stadio di maturità.
Stadio di insilimento
Allo stesso tempo si verifica anche una diminuzione dell'attività assorbente: complessivamente, lo stadio di insilimento si caratterizza per avere come conseguenza principale quella di provocare un marcato indebolimento dell'attività di vegetazione della pianta e va a rendere più lento lo svolgimento della maggio parte delle funzioni vitali della stessa.
L'albero della pianta da frutto si caratterizza, nel corso di quest'ultimo stadio, per presentare una formazione piuttosto limitata di nuovi germogli, così come, con il passare del tempo, anche il rinnovo dei rami a frutto ha la tendenza a diminuire e, al tempo stesso, la produzione continua a ridursi fino a diventare saltuaria e notevolmente antieconomica.
La quantità di frutti prodotti, quindi, è piuttosto scarsa e ormai non conviene più per un produttore puntare su quella determinata pianta.
Inoltre, il rapporto che intercorre tra la massa di foglie e i nuovi organi, all'interno dello stadio di insilimento, viene a modificarsi e va a provocare un accumulo esagerato di sostanze idrocarbonate.
Ecco spiegato il motivo per cui, in tutti questi casi, si può notare una massa fogliare decisamente più elevata in confronto ad uno sviluppo ridotto di nuovi organi.
Va a modificarsi anche il ciclo annuale: la durata del periodo vegetativo è pari a poche settimane, mentre va ad allungarsi la fase di elaborazione.