Generatori automatici di indignazione

Creato il 24 ottobre 2011 da Frankezze

I mass media vengono spesso accusati di installare opinioni nella mente del pubblico, plasmando quella che appunto si chiama opinione pubblica. E’ prassi innegabile, innumerevoli sono gli studi al riguardo, io stesso sposo (con rito civile) questa tesi.

I media, però, non sono delle macchine. Sono controllati da esseri umani come gli altri, ma che in genere più degli altri conoscono i torbidi istinti insiti in regioni oscure del cervello. Certo, poi ci sono tanti altri aspetti che intervengono nella formazione di un’opinione, come il background di esperienze personali di ognuno. In ogni caso, essi sono consapevoli che l’utilizzo del mantra e della spettacolarizzazione ha una notevole possibilità di far presa sulla massa.

I manifestanti scesi in piazza il 15 ottobre erano mossi dall’indignazione nei confronti dei poteri dominanti, i quali, non dimentichiamo, tra i loro poteri hanno proprio il controllo dei principali mezzi di comunicazione di massa. Quindi, indirettamente, anche questi erano tra gli obiettivi della protesta. E invece sappiamo com’è andata a finire, con una moltitudine di partecipanti e non, che ha spostato l’indignazione verso quelli che i media hanno etichettato come Black Bloc, in modo generico e superficiale. Moltissimi di questi manifestanti hanno poi accusato i facinorosi di aver fatto sì che i reali motivi della protesta passassero in secondo piano. Falso. Sono loro che, seguendo il moto di condanna levatosi a destra e a manca, hanno scelto di parlare dei presunti Black Bloc.  Hanno persino contribuito alla caccia all’uomo, pubblicando infinite foto per aiutare la polizia a trovare i colpevoli. Una cosa assurda, a mio parere.
In poche ore, si è passati da una protesta contro, a una collaborazione con il sistema.

Ieri è morto un ragazzo di 24 anni mentre faceva quello che amava fare, correre in moto. La spettacolarizzazione del tragico evento non è stata una novità, non essendo la prima volta che accade. Quello che non smette di stupirmi, nonostante siamo abituati a tali macabri show, è il fascismo latente che emerge in tantissime persone in casi del genere. Sul corriere.it ho letto questo commento: “Basta. E’ assurdo morire a 24 anni per lo sport. Anche se non esiste alcun sport che sia completamente esente da rischi, è giunto il momento di mettere al bando quelli più pericolosi : moto, macchine, combattimenti dove si massacrano di botte. Ed anche vietare le discese libere sugli sci e le discese dalle montagne per i ciclisti. Lo sport si può vivere lo stesso, anche senza queste morti inutili !!”

Ecco, io vedo un certo parallelismo tra quanto avvenuto durante e soprattutto dopo la manifestazione del 15 ottobre, e l’autoritarismo censore di un comune lettore di quotidiani.


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