Quella di Salgado è una mostra militante, in quanto il grande fotografo brasiliano ha voluto fare - con le sue fotografie - una specie di dichiarazione d’amore alla nostra madre terra e con questa dichiarazione richiamare l’attenzione di tutti sullo scempio della sua bellezza che gli uomini stanno perpetrando ormai da troppo tempo.
Salgado è anche impegnato in prima persona nella salvaguardia del patrimonio naturalistico, visto che la sua fondazione ha finanziato la riforestazione di un’area brasiliana della foresta amazzonica che stava scomparendo.
La struttura della mostra è molto semplice e perfettamente identificabile. L’organizzazione delle foto è infatti di tipo geografico, accorpando aree in qualche modo coerenti dal punto di vista naturalistico e culturale. Ciascun gruppo di foto occupa una o più pareti dello spazio espositivo riconoscibili da un colore, di modo che non si confondano o sovrappongano fotografie appartenenti a gruppi differenti.
Se volete gustarvi la mostra e guardarla senza fare corse mettete in conto circa un paio d’ore perché le fotografie sono veramente tante e le didascalie meritano la lettura per acquisire informazioni geografiche e documentarie necessarie per interpretare quello che si sta guardando.
Ne uscirete soddisfatti e con gli occhi pieni di immagini memorabili.
Bonus: a differenza che in altri musei e spazi espositivi (vedi il MAXXI e il Palazzo delle Esposizioni) all’Ara Pacis è possibile fare fotografie all’interno della mostra purché senza flash. E questa è una cosa cui in Italia non siamo abituati.
Voto: 3,5/5