Girato tra i bei paesaggi della Calmucchia, la storia narrata è un lungo excursus sulla vita del grande conquistatore Mongolo, dall'infanzia fino alle campagne di conquista, dalla costruzione dell'immenso impero fino alla morte. Ovviamente la pellicola diretta da Bekmambetov è pregna d'azione tanto che gran parte della vicenda verte proprio sulle guerre, mastodontica tutta la mezz'ora sull'ultima campagna intrapresa da Khan contro gli Xia. Ma il film non è solo questo, non è solo sangue e sbudellamenti, molto del suo lungo minutaggio (quasi 3 ore) è destinato anche alla vita privata, a una visione se vogliamo più intima, ai rapporti con i figli, alla politica e ai conti con le dure scelte che lo accompagneranno per tutta la vita.
Strabiliante la performance di Steven Seagal nella parte di Genghis Khan, la cui scarsa espressività (spesso causa principale di critiche) riesce a diventare una maschera perfetta e consona all'integerrimo condottiero.
Genghis Khan risulta essere un film importante poiché, sebbene la storia sia stata romanzata in molte sue parti (vuoi per le poche notizie, vuoi per fini narrativi), è sin'ora la pellicola più completa e profonda su una delle figure più importanti e controverse della storia.
La pellicola fa parte dell'Impossible Movie Project, progetto ideato da Mr. Giobblin del blog Minuetto Express. Il che significa che il film Genghis Khan con Steven Seagal in realtà non è mai stato girato... anche se ci sono andati vicini. Articoli più o meno Simili: 2002, cinema, film mai fatto, G, Genghis Khan, Impossible Movies Project, recensione, Steven Seagal, Timur Bekmambetov