Geni, ambiente e allevamento

Da Debora79

Prefazione

Qualche anno fa ho avuto il grande onore di conoscere il famoso etologo Roger Abrantes durante il mio corso di Istruttore Cinofilo e sono rimasta davvero colpita da quest’uomo incredibilmente preparato e appassionato del proprio lavoro, una vera fonte di ispirazione per tutti gli amanti degli animali.

L’anno scorso l’ho contattato per parlargli del sito dedicato al Canadian Inuit Dog (razza nordica che ad oggi rischia ancora l’estinzione), ed ho “osato” chiedergli se avesse potuto scrivere un articolo per noi. Non pensavo che potesse dire di sì, ma lo ha fatto e dopo pochi giorni mi ha inviato questo articolo che  è un prezioso contributo  per tutti coloro che vogliono saperne di più sul ruolo della genetica e dell’ambiente nello sviluppo di un animale e del suo comportamento. L’articolo traccia alcune linee guida molto interessanti anche per gli allevatori.

Sono davvero felice di questo articolo, e credo proprio che tutto questo sia anche la dimostrazione che se continui a crederci a volte i tuoi sogni possono diventare realtà.

Ringrazio di cuore il Prof. Roger Abrantes per il suo contributo e Fabrizio Giammatteo per la traduzione in lingua Italiana  :)!

Per chi fosse interessato l’articolo è disponibile in lingua originale  lingua originale.

Debora Segna

Roger Abrantes, PhD

I geni codificano i tratti che un organismo mostrerà, sia fisici che comportamentali, ma i geni non sono tutto. Anche l’ambiente di quell’organismo giocherà un ruolo cruciale nel modo in cui i geni si esprimeranno.

I geni giocano un ruolo importante nell’aspetto e nel comportamento di un organismo. I Fenotipi (l’apparenza di un organismo) sono determinati, in vari gradi, dal genotipo  (la somma di tutti i geni) e dall’interazione dell’organismo con l’ambiente. Alcuni tratti sono più modificabili da fattori ambientali, altri meno. Per esempio, mentre il colore degli occhi è completamente determinato dalla codifica genetica, i geni determinano quanto un individuo può crescere in altezza, ma l’alimentazione ed altri fattori esperiti da quell’organismo, determinano il risultato finale. In poche parole: l’ambiente in sé non può creare un tratto genetico, ma solo pochi tratti sono l’esclusivo prodotto della sola codifica genetica.

Lo stesso principio si applica al comportamento. Il comportamento è il risultato della codifica genetica e degli effetti dell’ambiente su quel particolare organismo. L’apprendimento è un particolare adattamento all’ambiente che alcune specie mostrano.

In piccole popolazioni, come le razze con un limitato numero di individui, il contributo genetico tende ad essere prevalente, perché non c’è abbastanza varietà. Perciò è molto importante che gli allevatori prestino particolare attenzione alle discendenze, che tengano registri impeccabili, che testino gli individui e scelgano con cura quale sistema riproduttivo usare. Eventuali fallimenti potrebbero portare a risultati altamente indesiderabili in poche generazioni, con la popolazione media che mostrerà tratti fisici e comportamentali indesiderati.

Alleviamo animali per diversi motivi. Allevare significa combinare il 50% dei geni di un animale (un maschio) con il 50% dei geni di un altro animale (unafemmina) e nel vedere cosa succede. Non possiamo mai scegliere singoli geni e combinarli per creare un animale perfetto, ma sapere quali tratti sono dominanti, quali sono recessivi ed essere in grado di leggere i pedigree ci sarà di aiuto.

Gli animali che selezionate per l’allevamento oggi avranno impatto sulla popolazione futura (a meno che non userete nessun esemplare della loro prole per gli allevamenti futuri).Ecco alcune linee guida per l’allevamento (ispirato da ‘20 Principles of Breeding Better Dogs’ di Raymond H. Oppenheimer).

  1. Scegliere con cura i due animali che volete far accoppiare. Se avete solo un numero limitato di esemplari a vostra disposizione, dovrete aspettare un’altra generazione per avere un qualunque progresso. Come regola empirica, dovreste aspettarvi che i figli siano migliori dei genitori.
  2. Le previsioni statistiche potrebbero non essere vere nell’ambito di un piccolo numero di animali (come in una cucciolata). La previsioni statistiche sono accurate quando sono applicate a popolazioni grandi.
  3. Il pedigree è uno strumento che vi aiuterà ad imparare quali tratti, desiderabili o indesiderabili, è probabile che un animale avrà.
  4. Se avete uno scopo ben definito per il vostro programma di allevamento, cosa che dovreste avere, potreste volere migliorare uno specifico aspetto, ma non dimenticate che l’animale è un tutt’unico. Per enfatizzare una o due caratteristiche di un animale potreste compromettere la bontà e la funzionalità dell’intero organismo.
  5. Sebbene, in generale, grandi cucciolate siano un indice di buona salute e di buone condizioni di allevamento, la quantità non significa qualità. La qualità è il prodotto di uno studio attento, della pazienza di aspettare il momento in cui il giusto materiale sia disponibile per l’accoppiamento, della valutazione di quanto avete già prodotto ,e soprattutto, di avere un programma di allevamento che guardi ad almeno tre generazioni successive a quella che state producendo oggi.
  6. I difetti ossei sono i più difficili da cambiare.
  7. Non perdete tempo con un buon animale che non si può riprodurre bene. I migliori  sono quelli che sopravvivono e che sono in grado di passare i loro geni alle future generazioni.
  8. Quando avete approssimativamente l’animale che volete, utilizzate l’outcrossing con moderazione. Per ogni caratteristica desiderabile che acquisirete, otterrete anche molti aspetti indesiderabili che dovrete eliminare nelle generazioni successive.
  9. L’inbreeding è il metodo più veloce per ottenere le caratteristiche desiderabili. Può spingere in avanti tratti nascosti che potrebbero essere indesiderati e che volete eliminare. Tuttavia, inbreeding ripetuti possono aumentare le probabilità di una prole affetta da tratti recessivi o deleteri.
  10. Una volta che avete ottenuto le caratteristiche che volete, il line-breeding con sporadici outcrossing sembra essere l’approccio più prudente.
  11. L’allevamento non crea niente di nuovo a meno che non incappiate in mutazioni favorevoli (che sono rare). Quello che otterrete è quello che era già lì per iniziare. Poteva essere rimasto nascosto per molte generazioni, ma era lì.
  12. I cuccioli di una stessa cucciolata  condividono una media del 50% di geni comuni, ma è solo una media. Ogni elemento ottiene in modo casuale un 50% di geni dal maschio (padre) e il 50% dalla femmina (madre), ma non necessariamente il 50% esatto da entrambi.
  13. I tratti ereditari sono ereditati in misura uguale da entrambi i genitori. Non aspettatevi da risolvere tutti i problemi in una generazione.
  14. Se il peggior animale della vostra ultima cucciolata non è migliore del peggior animale della vostra prima cucciolata, non state facendo progressi.
  15. Se il miglior animale della vostra ultima cucciolata non è migliore del miglior animale della vostra prima cucciolata, non state facendo progressi.
  16. Non scegliete un animale per la riproduzione per la migliore o la peggiore cucciolata che ha prodotto. Valutate il valore totale per la riproduzione di un animale dalla media del maggior numero di figliolanze possibili.
  17. Tenete a mente che la qualità è la combinazione della bontà e della funzionalità. Non è semplicemente la mancanza di tratti indesiderabili, ma anche la presenza di tratti desiderabili. E’ l’animale nel suo complesso che conta.
  18. Siate oggettivi. Non lasciate che i vostri sentimenti influenzino la scelta del vostro materiale per la riproduzione.
  19. Siate realistici, ma cercate l’eccellenza. Tentate sempre di ottenere il meglio che potete. Ma state attenti: quando alleviamo animali per speciali caratteristiche, stiamo giocando con il fuoco, cambiando il genoma che la selezione naturale ha creato e testato nel corso dei secoli.

Per maggiori informazioni:
http://rogerabrantes.wordpress.com
http://www.ethology.eu
http://www.canadianinuitdogs.com


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