Ecco i nomi delle 7 vittime: Daniele Fratantonio, guardia costiera di 30 anni, di Rapallo; il sottufficiale Davide Morella, 33 anni, di Bisceglie, militare della Capitaneria di porto di Genova; Michele Rabazza, 41 anni, di Livorno, del corpo piloti di Genova, sposato
e padre di due bambini, Sergio Basso, 50 anni, genovese dipendente della Rimorchiatori Riuniti dove aveva le funzioni di 'torrista', Marco De Candusso, 35 anni, ex comandante del porto di Lavagna, sposato e padre di un figlio di 13 anni; Giuseppe Tusa, il sottocapo di seconda classe, 30enne originario di Milazzo; Maurizio Potenza, 56 anni, telefonista, due figli, di cui uno, Federico.
foto archivio: Jolly Nero
E' già aperta l'inchiesta e tra le varie ricostruzioni, sembra accertato che la nave stesse uscendo di poppa dal porto.
Giunto in prossimità della torre dei piloti, ha iniziato la cosiddetta 'manovra di evoluzione', cioè l'inversione di marcia per proseguire la corsa verso il mare aperto di prora. Durante la manovra però si è bloccato "l'avviamento", cioè la leva che inverte il movimento delle eliche e la nave, anzichè andare avanti, ha proseguito il movimento di poppa finendo per strappare anche una delle gomene che legavano il portacontainer ad uno dei rimorchiatori. Spinta dalla forza delle eliche che continuavano a spingere la nave indietro, il Jollly nero è finito contro la base della torre dei piloti che si è sbriciolata nelle acque del Molo Giano.
Sull'incidente in porto, la Procura di Genova ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. Lo ha detto il procuratore capo, Michele Di Lecce, impegnato in porto. "Stiamo ascoltando diverse persone. Ci sono problemi preliminari. L'ipotesi è quella di omicidio colposo contro ignoti" ha detto.
La procura della Repubblica ha disposto il sequestro della "scatola nera" della nave Jolly Nero che la notte scorsa ha abbattuto in manovra la torre piloti in porto a Genova. La procura ha aperto un fascicolo per reato di omicidio colposo plurimo contro ignoti.Il comandante della Jolly Nero è indagato con l'ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo. Il comandante è stato ascoltato dal pm, Walter Cotugno, a bordo della nave posta sotto sequestro. E' stato sentito in qualità di persona sottoposta a indagine.
Riceviamo e pubblichiamo i comunicati del comitato Cruise Venice e il comitato No Grandi Navi
Sul tragico incidente accaduto stanotte nel porto di Genova il Comitato Cruise Venice si affianca al dolore della Superba. “ In attesa della conclusione delle indagini in corso che stabiliranno cause e responsabilità dell’accaduto- afferma il presidente Massimo Bernardo – va considerato che nel mondo del trasporto, dove tutto è in movimento, gli incidenti possono essere spesso imprevedibili. Un motivo in più perché anche per il porto di Venezia si arrivi quanto prima ad una decisione alternativa e definitiva anche per il transito delle grandi navi alle banchine veneziane sanando così anche la perdurante “battaglia navale” tra i Comitati che sostengono o che contestano tale traffico.
Non spetta certo al Comitato decidere quale sia il progetto da adottare ma riteniamo che, anche alla luce dell’incidente genovese, debbano essere accelerati i tempi per una soluzione che assicuri alla Città la continuità del traffico crocieristico e , nel contempo, come già avviene, tuteli la salvaguardia dell’ambiente e la sicurezza della navigazione anche se il porto di Venezia, per le sue caratteristiche geofisiche , è da tutti considerato uno dei più sicuri del Mediterraneo.
Comitato Cruise Venice
Proviamo dolore per vittime del porto di Genova, ci sentiamo vicini ai loro familiari e ci auguriamo vivamente che tutti i dispersi vengano velocemente recuperati sani e salvi.
Proviamo dolore e rabbia per questa ennesima strage annunciata, evitabile, come tutte le altre morti su posti di lavoro sempre più precari e sottopagati, dove i profitti di pochi vengono costantemente anteposti ai diritti ed alla sicurezza di molti. Ma questa strage, come quella provocata dalla Costa all'Isola del Giglio, ci parla anche di una portualità votata ad un gigantismo divenuto da tempo insostenibile non solo dal punto di vista economico, ambientale, culturale, ma anche dal punto di vista della sicurezza.
Ieri notte abbiamo avuto la prova che le energie messe in moto (anche a bassissime velocità) da queste mega-navi non riescono ad essere frenate dai rimorchiatori di scorta, che guasti ed errori possono succedere anche se ai comandi ci sono piloti locali abilissimi e non spregiudicati comandanti Schettino, anche se le condizioni del mare sono ottime.
La strage di ieri dimostra una volta di più quanto sia urgente ed indispensabile ripensare al rapporto tra portualità e città, di quanto sia importante mobilitarsi per difendere le nostre città ed il nostro ambiente, le nostre vite.
Ci impaurisce pensare che il Jolly Nero sia cento metri più corto delle città galleggianti che ci attraversano quotidianamente e che il bacino di evoluzione del porto di Genova sia ben più spazioso delle poche decine di metri di lasco che separano Sacca Fisola e Santa Marta dalla poppa e dalla prua dei nostri "bisonti del mare". "Bisonti" che istituzioni irresponsabili e ciniche come APV o VTP si ostinano a far circolare a pochi metri da case e monumenti della nostra fragile città.
Non possiamo aspettare la tragedia in Bacino di San Marco, a San Giorgio o alla Giudecca: le navi incompatibili devono fermarsi fuori dalla Laguna e con ancora più convinzione costruiremo le giornate di mobilitazione del 7, 8 e 9 giugno.
Tommaso Cacciari
laboratorio morion - Comitato No Grandi Navi Laguna bene coomune