Sarà la procura di Genova, che ha aperto un'inchiesta e li ha già indagati a vario titolo per corruzione, a scoprirlo.
Secondo l'accusa, l'ipotetica cricca tramava per accaparrarsi i lavori di somma urgenza per il ripristino delle aree alluvionate.
È quanto emerge da un rapporto della guardia di finanza pubblicato oggi dal Secolo XIX. «Non possiamo negare - si limita ad affermare all'ANSA la Procura di Genova - l'esistenza degli atti della guardia di finanza pubblicati oggi».
«Nel corso dei recenti eventi alluvionali - si legge nel rapporto della guardia di finanza pubblicato dal quotidiano genovese - si sono registrate numerose conversazioni» tra i titolari delle aziende coinvolte e i funzionari pubblici. Secondo le fiamme gialle sarebbero state «finalizzate all'organizzazione di incontri per discutere, presumibilmente, degli eventi alluvionali. E per avere l'occasione di ottenere lavori di somma urgenza».
Le conversazioni telefoniche sarebbero state registrare lo stesso 4 novembre, il giorno dell'alluvione che a Genova ha causato la morte di quattro donne e due bambine e danni per decine di milioni di euro. E sarebbero proseguite «in maniera vertiginosa», scrive il Secolo XIX, dopo quella data.
La vicenda ricorda da vicino, con i dovuti distinguo, quella dell'imprenditore campano Francesco Maria De Vito Piscicelli, intercettato mentre rideva dei terremotati dell'Aquila pensando ai futuro guadagni sulla ricostruzione.