Iqbal Masih nasce in una famiglia molto povera del Pakistan nel 1982. A cinque anni il padre lo vende come schiavo e finisce per lavorare in una industria tessile con ritmi di lavoro massacranti e in condizioni di vita inaccettabili. Il direttore della fabbrica, colluso con la polizia, adottava comportamenti disumani per disciplinare i bambini alle sue dipendenze. Nel 1992 Iqbal partecipa di nascosto ad una manifestazione contro la schiavitù insieme ad altri bambini e decide di rendere pubblica la sua storia: i responsabili del sindacato lo liberano e lo indirizzano all'attività militante contro i soprusi dell'industria tessile. Grazie alla sua storia, lanciata a livello internazionale, molte aziende tessili pakistane sono costrette a chiudere e a liberare più di tremila piccoli schiavi. Nel 1995 Iqbal viene ucciso; la versione ufficiale della polizia è che Iqbal è rimasto ucciso in seguito ad un alterco tra lui ed un contadino. Non c'è bisogno di di dire altro.
Pare che una piazza nei paraggi del porto di Genova sia intitolata a questo sindacalista. Io non ne avevo mai sentito parlare e la storia mi ha commosso. Ancor più mi ha commosso il modo in cui ne sono venuto a conoscenza: la solita, insopprimibile curiosità di esplorare una città splendida e piena di segreti come questa.