THE OTHER FACE OF GENTLE GIANT
GARY GREEN & MALCOLM MORTIMORE FT. ORCHESTRA CONTEMPORANEA
L’Orchestra Contemporanea nasce dalla precisa esigenza artistica di riempire uno spazio lasciato vuoto all’interno del panorama musicale nazionale. Non si ravvisa sul nostro territorio la presenza di un’ orchestra di elevato pregio professionale che porti avanti un progetto per la divulgazione della Musica Moderna. Essa trova uno spunto premiante nell’espressione afroamericana, passando dalla musica pop di Stevie Wonder al progressive anni ’70 dei Genesis, dal noto brano “Out here on my own” cantato da Nikka Costa, alle composizioni orginali di Toni Fidanza e Gianluca Caporale che spaziano dal blues al jazz, con cenni di musica classica e funk.
I GENTLE GIANT
I Gentle Giant furono fondati dai tre fratelli Shulman (Derek, Phil e Ray) nel 1970, un anno dopo lo scioglimento del precedente gruppo degli Shulman,Simon Dupree and the Big Sound. Ai fratelli si unirono il chitarrista Gary Green e il tastierista e vibrafonista Kerry Minnear; diversi batteristi si alternarono nel corso degli anni. Phil fu l’unico degli Shulman ad abbandonare il gruppo, nel 1972.
I primi album del gruppo, ovvero l’omonimo album di debutto e i successivi Acquiring the Taste (1971), Three Friends (1972), Octopus (1972) e In a Glass House (1973), sono generalmente considerati le opere più significative del gruppo. Sono caratterizzate da uno stile fortemente eclettico e sperimentale, che unisce elementi jazz e hard rock ad atmosfere medievali e barocche (un giornalista inglese, per definire la loro musica, coniò l’espressione baroque and roll). Fra i tratti più chiaramente distintivi di questi primi lavori si devono però citare soprattutto il polistrumentismo e la sovrapposizione di linee armoniche in modo talvolta ricercatamente dissonante (sovrapposizione spesso basata sull’artificio musicale della fuga). Un esempio tipico (da Acquiring the Taste) è Edge of Twilight che nel breve volgere di 3’30″ circa vede l’impiego di una ventina di strumenti e l’intreccio di almeno sei temi musicali diversi. All’interno di queste strutture spesso classicheggianti si inserisce una chitarra particolarmente hard, dal suono molto saturato, e parti vocali basate su strutture armoniche complesse, simili per profondità polifonica a quelle di altri gruppi progressive come gli Yes, ma caratterizzate spesso dalla ricerca di originali dissonanze (ben lontane – ad esempio – dalle rassicuranti armonie di Jon Anderson) e da un uso sapiente del contrappunto.
In questa prima fase della loro storia, i Gentle Giant non ebbero la fortuna di mietere lo stesso successo di altri grandi del progressive (vedi ancora Yes, Emerson Lake & Palmer, King Crimson). Curiosamente, ebbero un grande successo in diverse nazioni europee (e in particolare in Italia) ma non nella loro madrepatria; né riuscirono a superare l’Atlantico.
Gary Green, Ray e Derek Shulman in concerto ad Amburgo (1974)
Questa situazione iniziò a mutare a partire dal 1974, anno in cui il gruppo iniziò a riscuotere successo crescente negli Stati Uniti. Proprio a questo fattore alcuni attribuiscono un evidente mutamento di rotta iniziato con The Power and the Glory (1974) e completato nei successivi Free Hand eInterview (1976), tutte opere suonate principalmente con strumentazioni rock tradizionali, caratterizzate da strutture melodiche e ritmiche decisamente meno avventurose, e in cui si può dire che gli elementi caratterizzanti i primi Gentle Giant siano quasi parodiati (persino letteralmente parodiati: in un brano di “intervista” al gruppo incluso su Interview, alla domanda “come definireste la vostra musica?”, gli Shulman e compagni rispondono ripetendo tutti la stessa frase, sfasati nel tempo secondo uno dei loro classici schemi a “canone”). Il doppio album dal vivo Playing The Fool – Live registrato nell’autunno 1976 testimonia, tuttavia, come i loro concerti avessero – anche allora – conservato intatto lo spirito “eclettico” dei primi tempi, con avvicendamenti continui agli strumenti più disparati (dagli archi al flauto dolce), scambi di ruolo (il cantante che imbraccia il basso, il bassista la chitarra, l’intero gruppo che suona soltanto percussioni, ecc.) e una sorprendente abilità nel riproporre molto fedelmente perfino i complessi contrappunti vocali (il cofanetto DVD+CD Giant on the Box pubblicato nel 2004 e contenente esibizioni live del 1974-1975, ne è ulteriore documento).
Ma tale percorso musicale si tramutò in un più radicale abbandono dei canoni “classici” del gruppo intorno al 1977, periodo in cui l’emergere del movimento punk e un generale cambiamento del gusto musicale del grande pubblico mise in seria difficoltà la maggior parte dei gruppi progressive. Gli ultimi tre album dei Gentle Giant conservano poco o nulla dello stile dei lavori precedenti. Nel 1979, il gruppo si trasferì negli Stati Uniti dove incise il suo dodicesimo e ultimo disco, il concept album Civilian.
Negli anni novanta si sono verificati diversi eventi sintomatici di un desiderio di riscoperta di questo gruppo; sono stati pubblicati diversi live con registrazioni dei concerti dell’era classica del gruppo e molti tribute album; sono nati nuovi fan club e siti Web di estimatori, che hanno persino cercato di convincere, senza successo, i membri del gruppo (nel 1997) a suonare in un concerto di “riunione”.
Nel 2005, in occasione del trentacinquesimo anniversario della fondazione della band, sono state pubblicate numerose edizioni rimasterizzate degli album classici, con tracce bonus e packaging originali.
Nel 2008 debutta una “cover band” che si denomina inizialmente “Rentle Giant” per poi ufficializzarsi in Three Friends. Ne fanno parte Kerry Minnear, Malcolm Mortimore, Gary Green (3 dei Gentle Giant) più Roger Carey, John Donaldson, Andy Williams, Mick Wilson. Il gruppo va in tour riproponendo con immutata maestria pezzi scelti del repertorio giantiano. Nel 2009 Kerry lascia il gruppo.
DISPONIBILITA’
8 – 24 SETTEMBRE 2012
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