La "missione" si può certamente bollare come riuscita, anche con discreto successo. Il regista italo-americano in quasi 4 ore di film, che la HBO ha sapientemente diviso in due parte, riesce a raccontarne la nascita, il periodo del successo con i Beatles, la carriera solista, le vicende personali e gli ultimi anni della sua vita. Ma ovviamente non si limita solo ad un elenco cronologico degli avvenimenti cercando di indagare anche l'uomo George Harrison, la sua personalità, i suoi rapporti di amicizia/conflitto con gli altri Beatles, la scoperta della spiritualità e la costante e continua ricerca di un qualcosa che colmasse quel vuoto che il musicista ha portato con sé per tutta la sua esistenza.
Scorsese decide di dividere nettamente i racconti delle due parti. Nella prima si concentra relativamente poco su Harrison parlando più che altro dei Fab Four, mentre nella seconda spunta finalmente fuori il chitarrista come singolo, entrano in gioco i variegati rapporti di amicizia sia relative alla musica che non (come piloti di Formula 1 o i Monty Python), l'India e il suo spiritualismo, il suo radicale cambiamento, l'irrefrenabile creatività, il carattere e la sensazione di un uomo bloccato nella materialità.
While my guitar gently weeps!
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