George Newmann: storia di libri sottratti alla follia nazista

Creato il 14 marzo 2013 da Sulromanzo

George Newmann aveva quattordici anni, nel 1938, quando scappò da Vienna temendo le persecuzioni naziste dopo l’Anschluss, cioè l’annessione dell’Austria alla Germania, tra i primi fatti che avrebbero scatenato la Seconda Guerra Mondiale.

Oggi Newmann ha ottantanove anni, e una storia straordinaria da raccontare, per la quale è stato ospite d’onore alle celebrazioni per il 75° anniversario dell’Anschluss, tenutesi pochi giorni fa.

L’uomo, infatti, lasciando Vienna, portò con sé in Inghilterra oltre cinquanta prime edizioni di opere e autori fondamentali, di fatto salvandole dalla barbarie nazista. Arthur Schnitzler, Franz Werfel, perfino Felix Salten, il creatore del personaggio del capriolo Bambi.

Newmann ebbe accesso a questi volumi grazie al fatto che il padre e il nonno lavoravano per la storica casa editrice austriaca Paul Zsolnay Verlag, fondata nel 1923.

Tra le opere sottratte al rogo, anche un’edizione di lettere di Sigmund Freud, e scritti teatrali del Premio Nobel per la Letteratura del 1912 Gerhart Hauptmann; testi che sarebbero stati senz’altro distrutti, e che invece si sono salvati e sono stati restituiti, in forma di donazione, all’Austria. Si tratta di una bella storia, soprattutto considerando che la pratica di bruciare i libri degli autori ebrei, ma non solo, fu uno dei “cavalli di battaglia” del regime nazista e del suo folle tentativo di corrompere e modificare la Storia.

E, così, non possiamo che annoverare George Newmann tra gli eroi dei nostri tempi, per aver sottratto questi testi alla follia iconoclasta della dittatura.

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