Intorno alle Cronache del ghiaccio e del fuoco però ci sono state per anni grandi polemiche, legate soprattutto alla traduzione non sempre precisa di Sergio Altieri. Oltre un anno fa la casa editrice Mondadori aveva organizzato un incontro con alcuni membri del suo staff e qualche rappresentante della stampa o dei siti che ruotano intorno all’opera di Martin.
A quest’incontro, dopo aver chiesto la testa di Altieri su una picca, avevo partecipato anch’io, come vi avevo fatto sapere a suo tempo con qualche breve commento sul mio blog e un articolo più serio su FantasyMagazine:
http://www.fantasymagazine.it/notizie/18625/mondadori-punta-su-george-r-r-martin-mai-pia-un/.
Oltre un anno dopo quell’incontro vediamo come sono cambiate le cose. Ho aspettato così tanto per scrivere l’articolo sia perché dovevo trovare il tempo per farlo sia perché volevo verificare di persona le modifiche nella traduzione.
Dei primi quattro romanzi sono già disponibili le versioni ebook, l’ebook del quinto probabilmente sarà pubblicato nel 2015 contemporaneamente alla pubblicazione del corrispondente volume cartaceo.
Per proseguire la storia i lettori devono forzatamente aspettare i tempi non proprio rapidi di Martin, attualmente impegnato nella scrittura di The Winds of Winter, ma del prossimo romanzo della saga ho già parlato abbondantemente nei giorni scorsi perciò non mi ripeto. Intanto Mondadori si è impegnata nel rendere disponibile il maggior numero possibile di opere. Lo fanno nel loro interesse, certo, in modo da guadagnare di più, ma fino a quando il loro interesse coincide con il mio (e quello che voglio io è leggere), non sarò certo io a lamentarmi.
In autunno sarà la volta di L’arguzia e la saggezza di Tyrion Lannister, librettino che non dice nulla di nuovo ed è concepito come regalo di Natale per i fan più appassionati.
Il volumetto raccoglie una serie di battute pronunciate da Tyrion nel corso dei cinque romanzi scritti da Martin e selezionate dalla sua editor inglese, Jane Johnson. Operazione commerciale, certo, che non so se all’estero ha avuto successo o no. A me le illustrazioni di Jonty Clark, per quel poco che ho visto, non piacciono, e un libro con una citazione a pagina serve davvero a poco. Forse solo a qualche scherzo fra amici.
L’antologia di racconti Il viaggio di Tuf è già disponibile dall’autunno del 2013, mentre l’edizione economica dei Re di sabbia dovrebbe arrivare intorno al mese di ottobre. Al suo interno sono compresi i racconti La via della croce e del drago, Il drago di ghiaccio, Nelle terre perdute, Re della sabbia, I passeggeri della Nightflyer, Il fiore di vetro e Il cavaliere errante. Il drago di ghiaccio è la prima versione del racconto scritto da Martin nel 1980, mentre l’omonimo volumetto in vendita anche da noi è l’adattamento per ragazzi della stessa storia. Lo so, visto che Il cavaliere errante compare anche nell’antologia Il cavaliere dei Sette Regni, questa ora sembra meno interessante, ma vi garantisco che anche gli altri racconti sono belli. Certo, non so se rileggerò mai il racconto Re della sabbia, per i miei gusti è un po’ troppo inquietante.
Ma per quanto le pubblicazioni vecchie e nuove siano interessanti, l’elemento che ha fatto organizzare l’incontro è la traduzione. Di errori Altieri ne ha fatti molti, e se quello dell’unicorno che ha sostituito il cervo è il più famoso non è comunque il più grave. Avevo pubblicato un approfondimento incentrato sulla traduzione proprio nel marzo del 2013:
http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/18518/le-cronache-del-ghiaccio-e-del-fuoco-una-traduzio/.
Di questo testo, che avevo preparato all’inizio dell’anno lavorandoci su per oltre un mese, stavamo discutendo la programmazione quando ho ricevuto l’invito al famoso incontro, perciò ho deciso di rimandarlo per sentire cosa avevano da dire. Solo rimandato, ho fatto qualche piccola precisazione basandomi sulle loro spiegazioni, ma il testo è fondamentalmente lo stesso. E loro lo sanno, visto che Mondadori si è aperta al dialogo allora io dialogo, anche quando si tratta di muovergli delle critiche. Ma torniamo all’articolo.
Se questo era l’errore più famoso, non è stata l’unica cosa a essere corretta. Will, che a pagina 9 nella prima traduzione pensava di essere uscito “abbastanza volte” di pattuglia con ser Weimar, anche se per il cavaliere si trattava della prima missione, ora pensa di averlo fatto “abbastanza a lungo”, secondo un’indicazione che so di avergli mandato io. Ned, quando a pagina 26 ammonisce i figli su cosa significhi occuparsi di un meta-lupo, ora insieme alle raccomandazioni di non trascurarli, tormentarli o maltrattarli aggiunge anche “o se li addestrerete male”, parole che Martin aveva scritto ma che nella vecchia traduzione non c’erano, e anche questa è una mia segnalazione. Poco più oltre, quando Jon si rende conto che c’è un ultimo cucciolo rimasto nella neve e torna indietro a prenderlo, la frase “a metà del ponte, Jon venne a cavalcare alla testa del gruppo” di pagina 27 è diventata più correttamente “a metà del ponte, Jon si fermò”. Ecco, questo è uno di quegli errori assurdi, che saltano immediatamente all’occhio anche se non si ha sottomano la versione orignale, e non capisco come un traduttore esperto come Altieri possa averlo commesso. Comunque la mia segnalazione è stata recepita e nelle nuove edizioni l’errore non c’è più.
Come sono tante le correzioni, tante sono anche le volte che la casa editrice ha scelto di non modificare il testo pubblicato da tanti anni.
Restando nel primo capitolo a pagina 22 della traduzione italiana Robb, parlando del disertore, afferma che “Sono stati gli Estranei a rubargli lo sguardo” affermazione priva di senso visto che nessuno crede agli Estranei e che, come si vede ampiamente nel seguito della storia, il loro nome viene semplicemente usato come imprecazione. Una traduzione più corretta della frase “The Others take his eyes” sarebbe stata qualcosa del tipo “Che gli Estranei si prendano il suo sguardo”, anche perché Robb, stanco di quei discorsi, cambia improvvisamente argomento proponendo una gara di velocità. Impreca, non tira fuori una paura ancestrale della sua gente, e poi da quel quattordicenne che è pensa a divertirsi.
Un esempio della mancata revisione si può trovare a pagina 62 del Regno dei lupi. Parlando di coloro che si sono succeduti come Primo Cavaliere viene citato anche l’ultimo che ha ricoperto l’incarico sotto Aerys il Folle, che è stato ucciso durante il saccheggio di Approdo del Re e che, per l’edizione italiana, “fu Primo Cavaliere solamente per una notte”. Il discorso si ferma qui, perciò sul momento la cosa può non sembrare significativa. Solo con il proseguimento della storia si scopre che quell’uomo, il cui nome è Rossart, è stato ucciso da Jaime Lannister, ma che prima della sua morte aveva fatto in tempo a farsi notare per il modo in cui collaborava con il sovrano. Ciò che ha fatto non avrebbe potuto farlo in una sola notte, e infatti Martin ha scritto che lui era stato Primo Cavaliere “for a fortnight”, cioè per due settimane.
Sono stati necessari parecchi mesi per una sostituzione che ora si può ipotizzare come terminata perciò adesso, fatte salve vecchie giacenze che potrebbero ancora trovarsi in una manciata di librerie, tutte le edizioni in commercio di tutti i volumi delle Cronache del ghiaccio e del fuoco dovrebbero essere state corrette.
La correzione, come detto, è solo parziale, ed è improbabile che ne verrà effettuata un’altra. A oltre un anno di distanza si può dire che la casa editrice di Segrate sta proseguendo il suo lavoro nella pubblicazione delle opere di Martin e ha accolto almeno in parte le richieste degli appassionati. Non tutte, ma almeno ora sappiamo che un dialogo è possibile.