Sandkings, credo mai tradotto in italiano, è basato sul famosissimo racconto horror I re della sabbia. Non penso che lo leggerò mai, il racconto era bello, scritto bene, ma avevo davvero paura a finirlo, non credo di poter sopportare le immagini.
Di livello inferiore, tanto per la sceneggiatura quanto per i disegni, il graphic novel basato sul primo romanzo di Le cronache del ghiacio e del fuoco, A Game of Thrones ( Il trono di spade e Il grande inverno). La prosa di Martin è troppo ricca perché sia semplice sintetizzarla nelle tavole, e le sue complesse spiegazioni renderebbero necessaria la presenza di didascalie talmente lunghe da ridurre a elemento marginale l'aspetto grafico di una forma espressiva che si chiama graphic novel. Decisamente non una cosa logica. Quanto ai disegni, li ho trovati brutti. Ciò non toglie che li abbia comprati tutti. Alcuni commenti: https://librolandia.wordpress.com/2011/11/21/george-r-r-martin-a-game-of-thrones-la-graphic-novel-e-le-traduzioni/.
Non ho comprato, invece, Fevre Dream, adattamento di Il battello del delirio. Il tratto cupo del disegnatore, Rafa Lopez, mi è sembrato adeguato alle atmosfere, ma non per questo mi è piaciuto. Ho visto solo qualche tavola in anteprima, non posso davvero commentare l'opera, ma visto che Il battello del delirio, che pure è un romanzo notevole, è una storia d'horror, non sono sicura che il graphic novel mi interessi, o che io possa riuscire a leggerlo. Qui potete vedere le prime tavole: http://www.fantasymagazine.it/18218/fevre-dream.
Due sono i graphic novel legati al mondo delle Wild Cards, uno che si basa su svariati racconti presenti nei romanzi-mosaico e uno, Wild Cards. The Hard Call, nato direttamente in questa forma. I primi sette romanzi mi sono piaciuti, l'ottavo no. Ma... avete presente i Jocker? Sapete che esistono limiti che il mio stomaco non può superare?
Su In the House of the Worm tornerò a breve. Doorways, che ho letto in inglese, mi è piaciuto, ma per i commenti vi rimando all'articolo che ho scritto all'epoca della lettura: https://librolandia.wordpress.com/2015/05/16/george-r-r-martin-doorways/.
Infine c'è Meathouse Man, basato su L'uomo da carneteca, racconto definito dallo stesso Martin "il più disturbante" che lui abbia mai scritto. Io ho il racconto, sia in inglese che in italiano, ma ancora non ho trovato il coraggio per leggerlo. Qualcosa mi dice che non leggerò mai il graphic novel.
Finito l'elenco torniamo a quello che, pur senza aver letto, nel vecchio articolo avevo definito "un lungo racconto a cavallo fra la fantascienza e l'horror" cominciando con la presentazione che ho scritto per FantasyMagazine:
Il racconto, mai tradotto in italiano, è stato trasformato in graphic novel nel 2009. Lo sceneggiatore è Jon Jos. Miller, autore che da anni collabora con Martin nella serie di romanzi condivisi Wild Cards. Il disegnatore è Ivan Rodriguez, autore, fra l'altro, di diversi graphic novel della serie Star Wars.
La sinossi
Dall'autore fantasy contemporaneo più conosciuto e più letto del mondo, George R.R. Martin, una saga tetra e appassionante. Annelyn è uno dei Figli della Casa del Verme, un popolo che vive sotto la fievole luce di un sole morente, aspettando la fine del mondo e adorando il Verme Bianco. Sotto di loro, il popolo dei Terrani si aggira per i bui sotterranei. Nel sottosuolo, Annelyn compirà un viaggio in cerca di vendetta che lo porterà alla verità sul Verme Bianco e sul suo popolo. Ma il prezzo da pagare sarà alto.
Il primo pensiero, comunque, è andato alla copertina. Ma li avete visti i disegni? Avete visto quanto sono brutti? Da bambina non ero così critica con i disegni, A casa di uno zio leggevo Lanciostory, Skorpio e svariati altri fumetti, e non mi preoccupavo dei disegni ma solo della storia. Ora... temo di avere l'occhio troppo allenato e non posso evitare di essere disturbata se vedo anatomie scorrette, corpi deformi, volti inespressivi, colori piatti e via dicendo. Colpa del Liceo Artistico e degli studi universitari di Storia dell'Arte, senza dubbio, ma certe cose proprio non le accetto. E poi avete visto il vestito della fanciulla bionda? Mi riferisco, ovviamente, alla prima delle copertine di In the House of the Worm che ho postato, che è la copertina dell'edizione italiana. Le altre sono copertine dell'edizione originale a fascicoli. Ma davvero abbiamo bisogno di una fanciulla tettona che va in giro in un ambiente selvaggio seminuda? Gli uomini sono vestiti, solo lei è immune ai graffi che possono farle eventuali cadute o anche quella specie di rovi che si trovano davanti al gruppo? Ma per piacere!
Licenza poetica? Chiamiamola così, anche se di poetico per me non c'è nulla, e se la fanciulla se ne va davvero in giro svestita a quel modo nel graphic novel. A parte le capacità ridotte del disegnatore e gli interessi da adolescente pieno di ormoni il problema è un altro. Com'è possibile rendere le storie di Martin?
Non ho letto il racconto originale In the House of the Worms, che non ho, e non so se lo leggerò mai, perciò non posso davvero parlare del tipo di lavoro fatto da Jon Jos. Miller, fra l'altro un amico di Martin, per realizzare la sceneggiatura, ma la mia impressione è che abbia lasciato fuori troppo. Si è interessato al ritmo e ha dimenticato di inserire le spiegazioni, rendendo la storia a tratti difficile da seguire, confusionaria, perché non ci sono le giuste basi per determinati comportamenti. Anche il mondo è difficile da capire. Il sole si sta spegnendo, va bene, e sospetto sia un omaggio a Jack Vance, da sempre uno degli idoli di Martin, ma al di là di questo non mi è ben chiara la struttura della Casa del Verme (a proposito, che schifo!), né il modo in cui i due popoli vivano in questo mondo assurdo. Non mi sono chiare un bel po' di cose. Certo, quando il protagonista - che comunque non mi sta simpatico, e questa per il mio divertimento è una grave pecca - si caccia nei guai la storia ha un ritmo notevole. Azione e pericolo ce ne sono in abbondanza, e ho pure il sospetto che il mondo possa avere una notevole profondità, cosa che però intuisco più che vedere perché l'adattamento non è all'altezza.