George R.R. Martin: L’arguzia e la saggezza di Tyrion Lannister

Creato il 20 settembre 2014 da Martinaframmartino

Qualche giorno prima che L’arguzia e la saggezza di Tyrion Lannister venisse tradotto in Italia ho guardato i commenti dei lettori su Goodreads. Avevo intenzione di scrivere un articolo per FantasyMagazine, ma quel che sapevo lo avevo già detto in altri articoli e volevo vedere se trovavo qualche informazione nuova e interessante. Quel che ho trovato invece ha aumentato la mia perplessità su ciò che la gente si aspetta dai libri. Al momento in cui scrivo questo articolo il voto medio è 3,60, con il 24% dei lettori (228 persone) che gli ha assegnato 5 stelle, il 30% (282) 4 stelle, ancora il 30% (ma in questo caso sono 286 persone, quindi direi che le cifre sono arrotondate) che gli ha assegnato 3 stelle, l’11% (104) che glie ne ha assegnate due e il 3% (35) che glie ne ha assegnata una sola.

Cosa si aspettavano di leggere queste persone? In 228 hanno assegnato 5 stelle, il massimo. Siamo di fronte a un capolavoro della letteratura? Perché il voto massimo questo dovrebbe indicare o, se ci fermiamo su criteri soggettivi quali il divertimento, che questo è uno di quei libri che leggerebbero e rileggerebbero in continuazione. Sarà, ma per quanto anch’io per anni ho aggiornato un quaderno con citazioni tratte dai più svariati libri ho sempre guardato con diffidenza i libri che raccolgono citazioni tratte da altri libri, soprattutto se sono tutte dello stesso autore. Con autori diversi si possono scoprire scrittori che in precedenza non si conoscevano o non si erano mai presi in considerazione. Con L’arguzia e la saggezza di Tyrion Lannister però io e tutti quelli che hanno letto Le cronache del ghiaccio e del fuoco sappiamo in anticipo di aver già letto (io anche più volte) tutte le frasi comprese nel libro. Nessuna rivelazione, nulla di fondamentale compare in queste pagine. Non è The Winds of Winter, e nemmeno quel Il mondo del ghiaccio e del fuoco. L’enciclopedia del Trono di spade che Mondadori pubblicherà a fine ottobre e che sto aspettando con una certa curiosità. Cinque stelle, per un libro così, per me sono davvero un’assurdità. Se mai vi è capitato di pensare che io sia una fanatica, questo dimostra che c’è gente molto più fanatica di me.

Dall’altra parte ci sono quelli che hanno assegnato al volume una stella, e su Amazon i giudizi totalmente negativi (49) superano abbondantemente quelli totalmente positivi (33). Cosa si aspettavano di trovare in queste pagine, nuove informazioni sulla mamma di Jon Snow? L’arrivo di un corvo bianco che annuncia un altro cambio di stagione? L’indirizzo di dove vadano le puttane? Quello lo sta cercando Tyrion, ma per sapere se lo troverà dovremo aspettare ancora un po’. E voi sapete che forse abbiamo pure incontrato di persona Tysha? Ma questo è un altro discorso. C’è stato anche chi – un esempio lo potete trovare in coda al già citato articolo – ha parlato di “ennesima marketta di martin”. Al di là del fatto che non capirò mai l’utilità di scrivere “k” invece di “ch”, a meno che uno non stia scrivendo un sms o un tweet troppo lungo per poter rispettare l’ortografia, e che i nomi propri vogliono la maiuscola, non capisco l’astio che traspare da questo come da altri messaggi che ho letto in altre occasioni.

Questo è un libro inutile? Sì, certo. Se ne può benissimo fare a meno, anche se io probabilmente lo comprerò per poterlo eventualmente usare in qualche articolo. Onestamente scrivo troppi articoli su George R.R. Martin per escludere a priori che un libro possa servirmi, anche uno come questo. Però da qui a sparare addosso a Martin ce ne corre. L’idea del libro di aforismi non è sua, come ho spiegato nell’articolo e come avevo già spiegato in passato. L’idea è della sua editor, ed è lei (o qualcuno pagato da lei, questo non lo so) che ha fatto tutto il lavoro di ricerca delle frasi, organizzazione delle stesse per argomento, ingaggio dell’illustratore, cura del libro e via dicendo. Martin ha fatto due sole cose: ha posto la sua firma sul contratto che gli è stato proposto e ha incassato gli assegni. Non mi sembra che questo significhi che è un imbroglione, che è disonesto intellettualmente, o che abbia perso tempo che avrebbe potuto usare nella scrittura di The Winds of Winter. Avrebbe potuto dire di no, certo, ma chi di fronte alla proposta di un guadagno perfettamente legale e che non richiede il minimo sforzo direbbe di no? In fondo nessuno è obbligato ad acquistare questo libro, dietro non c’è nessun imbroglio. Quanto al fatto di aver svenduto la sua opera per guadagnare più soldi… ciascuno è libero di avere la propria opinione. Io non la penso così ma non ho tempo né voglia di imbarcarmi in discussioni che so già prima ancora di iniziarle che non porterebbero a nulla.

Sapendo di che libro si tratta, sapendo che non porta nulla di nuovo alla storia, lo si può apprezzare. Le frasi sono raccolte per tema: la famiglia, il denaro, il potere e via dicendo, e provengono dai quattro romanzi in cui compare Tyrion. Per ogni frase viene indicato il titolo del romanzo di provenienza, io avrei preferito che fosse indicato anche il capitolo anche se ho riconosciuto tutte le frasi e che se mi ci mettessi sono convinta che riuscirei a ritrovarle tutte in breve tempo. Sono solo frasi di Tyrion, non dialoghi, il che significa che scambi di battute come quelli fra lui, Joffrey e ser Boros che compaiono nel primo capitolo della Regina dei draghi (A Clash of Kings) e che ho citato durante la mia rilettura non ci possono essere, perché quelle frasi hanno senso e fanno ridere solo nel contesto in cui sono inserite. E “Un Lannister paga sempre i propri debiti” ha senso solo per chi conosce Le cronache del ghiaccio e del fuoco, gli altri non possono percepire la minaccia insita in quelle parole. Dite che è così per tutte le frasi? No, la frase riportata nella quarta di copertina, “Le menzogne migliori hanno sempre un pizzico di verità” ha senso anche per chi non ha mai sentito parlare di uno scrittore di nome George R.R. Martin.

Jane Johnson aveva parlato del libro come di un simpatico regalo di Natale per gli appassionati, e in effetti l’edizione originale era stata pubblicata poco prima dello scorso Natale. Se il libro viene preso come gioco, come scusa per scherzare con gli amici, o per tornare con la mente a momenti molto gustosi dei romanzi, allora può essere divertente. Tutto sommato riesco anche ad accettare quasi tutte le illustrazioni di Jonty Clark, che al momento della presentazione del libro in originale mi erano sembrate abbastanza brutte. Belle, a mio giudizio, non sono, anche se l’illustratore è famoso, ma da quel poco che avevo visto mi aspettavo di peggio, e non sono così tante da disturbare davvero la lettura. Non che io sia contraria per principio ai libri illustrati, ma c’è illustrazione e illustrazione, e queste sono niente più che passabili. Se volete farvi un’idea del contenuto del libro (in inglese) potete dare uno sguardo qui: http://www.amazon.com/Wit-Wisdom-Tyrion-Lannister/dp/0345539125/ref=la_B000APIGH4_1_9?s=books&ie=UTF8&qid=1381611643&sr=1-9.

Noto, per chi volesse acquistare il libro ma non fosse troppo felice dell’idea di separarsi da 12,00 € per qualcosa che si legge in una manciata di minuti, che fa parte della collana Oscar, e che da un po’ di anni l’intera collana – in genere nel mese di marzo – viene messa in vendita con lo sconto del 25%. Tanto i lettori di Martin sono abituati alle lunghe attese, e non è certo questo il libro che siamo tutti impazienti di leggere.



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