Le vicende dovevano iniziare negli anni ’80, svolgendosi perciò negli stessi anni in cui gli scrittori le scrivevano. Solo che Martin non ha fatto i conti con il suo amico Howard Waldrop. È a Waldrop che Martin ha chiesto di scrivere il primo racconto, quello in cui il virus si propagava negli Stati Uniti, e lui si è prontamente messo al lavoro. Però non ha ambientato la sua storia negli anni ’80 ma nel 1946. Il racconto è Trenta minuti sui cieli di Broadway!, e ha costretto Martin e gli altri scrittori a coprire un buco di oltre trent’anni fra il punto di partenza di Waldrop e quello in cui erano ambientate le avventure dei loro personaggi.
A me L’origine è piaciuto davvero tanto. C’è la guerra fredda dentro, una guerra fredda in cui la caccia alle streghe maccartista se la prende non con i comunisti ma con gli Assi e i Jocker. I protagonisti sono persone vere, nonostante il loro aspetto e le loro capacità, e le storie sono quasi tutte belle. Il successivo, L’invasione, è di tipo prettamente fantascientifico, con una minaccia proveniente dallo spazio. A questo punto siamo negli anni ’80, cioè all’ideale punto di partenza degli scrittori. Volume più organico che però a me è piaciuto meno, secondo me c’era meno attenzione alla psicologia e più ai poteri dei personaggi. L’assalto riporta in ballo un cattivo comparso in uno dei racconti di L’origine, lo fa diventare il cattivo dell’intera serie, ed è un vero e proprio romanzo. Il lavoro per realizzare un’opera di questo tipo dev’essere stato enorme.
Fin qui tutto bene, come detto alcuni tizi mi fanno schifo ma potevo convivere con la cosa. Va detto però che io sono sempre stata diffidente verso un certo tipo di fantastico. Non mi piacciono i mondi in cui può accadere di tutto, voglio mondi molto definiti. Devo sapere che c’è una certa solidità. Perciò non ho problemi ad accettare i draghi, basta sapere che quello è un mondo in cui possono vivere i draghi, mentre ho molti problemi nei mondi in cui dietro l’angolo potrei trovare davvero qualsiasi cosa. Ho abbandonato per ben due volte Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie perché in quel mondo mi sembrava di affondare. Non lo capivo e non lo accettavo. Ho abbandonato Perdido Street Station di China Miéville per lo stesso motivo, e ho finito Abarat di Clive Barker e La bambina che fece il giro di Fairyland per salvare la fantasia di Catherynne M. Valente solo perché mi sono incaponita a farlo. E quando c’è di mezzo l’horror, come ho spiegato ieri dicendo che non so se leggerò il primo volume de I canti del sogno, io ho la tendenza a scappare.
Il fante con un occhio solo, ottavo volume delle Wild Cards, è un concentrato di cose che non sopporto. In realtà ci sono pure cose che mi piacciono, mi piace Cody, la protagonista del racconto di Chris Claremont, e come devo aver già detto più volte mi piace come scrive Melinda M. Snodgrass. Diversi testi non sono male, anche se già il guardare l’indice con quei titoli in inglese mi aveva infastidita. Capisco benissimo cosa vogliono dire, ma perché non tradurli? Mi sembra un’affettazione, e come tale mi irrita. Martin non è più uno degli autori ma solo l’editor, e questa è una perdita perché insieme a Roger Zelazny Martin era l’autore più valido e Zelazny l’abbiamo perso subito. Roger ci ha dato un solo racconto, Il Dormiglione, e quel protagonista memorabile che è Croyd Crenson, e poi è sparito. Pazienza, lui era una guest star, ma Martin era l’ideatore di quel mondo.
I protagonisti per lo più sono cambiati, anche se Damerino alias Jay Ackroyd fa ancora qualche comparsa (ma non lo vediamo al meglio). In teoria nessun problema, se il mondo mi piace posso accettare cambi di protagonisti. Nella serie di Darkover di Marion Zimmer Bradley quasi ogni libro ha un protagonista diverso, e quel mondo mi piace comunque. Alcuni libri sono delle ciofeche, ma lo sono nonostante il mondo e non per colpa del mondo. Posso cambiare protagonisti, posso leggere storie di Dunk ed Egg invece di andare avanti con i vari Tyrion, Jon e Daenerys, però mi deve importare di loro. Se di loro non m’importa, se mi sembra che ci sia un gusto dell’orrido eccessivo, un voler stupire tanto per il gusto di stupire, perché dovrei andare avanti?
Il virus Wild Cards può fare alle sue vittime qualsiasi cosa. Letteralmente. Perciò ci troviamo nell’ambito di Perdido Street Station o Abarat, di fronte potremmo trovarci qualsiasi cosa e per quel mondo andrebbe ancora bene. Non va bene per me però. Non mi interessa la fiera degli orrori, non voglio scoprire tutti i mostri che può partorire la fantasia umana.