La tornata elettorale in Georgia del 27 ottobre ha chiamato il popolo del paese caucasico a scegliere il nuovo presidente, successore di Mikheil Saakašvili, eletto per due mandati consecutivi con la sua formazione, il Movimento Nazionale Unito; quest’ultima è uscita però sconfitta dalle elezioni parlamentari, vinte dal partito di Bidzina Ivanishvili, Sogno Georgiano, che si è aggiudicato nella tornata elettorale tenutasi il primo di ottobre dello scorso anno 85 seggi su 150.
Tra i 23 concorrenti alla carica di presidente quello dato per favorito è proprio il candidato di Sogno Georgiano, Giorgi Margvelashvili, sostenuto appunto da Ivanishvili che, oltre ad essere il premier, con il suo patrimonio di poco meno di 6 miliardi e mezzo di dollari è anche l’uomo più ricco del paese.
La Georgia ha visto, dall’inizio del 2004 fino ad oggi, una ininterrotta presidenza del conservatore Saakašvili che impose al paese una netta svolta atlantista, affrancandosi dall’influenza russa eredità dell’Unione Sovietica e schierandosi fermamente dalla parte della Nato ed operando per un percorso di integrazione europea di Tbilisi.
Durante la lunga presidenza di Mikheil Saakašvili il paese si vide anche coinvolto in una breve guerra contro la Russia, durata dal 7 al 16 ottobre 2008, scoppiata in seguito all’attacco georgiano alla repubblica dell’Ossizia del Sud e conclusasi con una netta vittoria delle truppe russe, che mantenevano un contingente nell’area, ed oltre 3000 vittime tra le forze armate di Tbilisi.
Ivanishvili era sceso in campo proprio per sconfiggere il Movimento Nazionale Unito e probabilmente avrebbe dovuto essere lui il candidato a queste elezioni ma alla fine la scelta è caduta sull’ex ministro dell’Istruzione, il filosofo Margvelashvili che, se i pronostici fossero confermati, consegnerebbe nelle mani dei liberali di Sogno Georgiano lo scanno di presidente.