Il vice segretario di Stato Usa, Tony Blinken, in un incontro avuto oggi con il ministro degli Esteri della Georgia, Giorgi Kvirikashvili, ha affermato che Washington, come già ribadito più di una volta negli anni scorsi, sostiene con forza l’integrazione di Tbilisi nella Nato.
Situata in una regione strategica, confinante a nord con la Russia e zona di transito del Bte (Baku-Tbilisi-Erzurum gas pipeline), il gasdotto attraverso il quale fluirà il gas azero diretto verso la Turchia e l’Europa, la repubblica ex sovietica ospita già strutture Nato ed ha sempre guardato con favore all’occidente, sia per trovare un appoggio politico al fine di riconquistare la propria sovranità sulle repubbliche secessioniste di Abkhazia ed Ossezia del Sud, occupate dalle forze russe, sia come difesa contro le possibili minacce esterne.
Già al summit dell’Alleanza Atlantica, tenutosi a Bucarest tra il 2 ed il 4 aprile 2008, in occasione del quale Albania e Croazia sono state invitate a divenire stati membri, si era parlato dell’ingresso di Georgia ed Ucraina nell’organizzazione.
La guerra scoppiata nell’agosto dello stesso anno in Ossezia del Sud, che vide contrapposta la Russia di Dmitrij Medvedev alle forze armate georgiane dell’allora presidente Mikheil Saakashvili, ora governatore dell’Oblast ucraino di Odessa, mise però in crisi le trattative per l’ingresso della repubblica caucasica nell’Alleanza Atlantica, quest’ultima aveva infatti mostrato preoccupazione per la possibile reazione del Cremlino con il quale, al tempo, le relazioni non erano così tese come lo sono oggi.