Magazine Politica

GEORGIA: guerra con la Russia, stavolta su un campo da rugby

Creato il 17 marzo 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

di Damiano Benzoni

GEORGIA: guerra con la Russia, stavolta su un campo da rugby

Georgia - Russia a Trebisonda, nel 2010

Penso che siamo speciali – afferma con orgoglio Guia Nijaradze, presidente della Sakartvelos Ragbis Kavshara, la federazione rugby georgiana – siamo stati l’unico sport a sopravvivere in Georgia dopo l’indipendenza. C’era la guerra, eravamo poveri e uscire di casa era pericoloso, ma noi continuavamo a giocare a rugby”. Sono passati ormai ventuno anni da quando la RSS Georgiana ha dichiarato la propria indipendenza dall’Unione Sovietica, vedendola riconosciuta il 26 dicembre 1991. Nijaradze ha ancora ben impresso nella testa l’inferno quotidiano determinato dalle difficoltà politiche ed economiche, dalla guerra civile ed etnica che portò all’autonomia delle regioni di Abcasia e Ossezia del Sud e dall’elevatissimo tasso di criminalità; tutti sintomi di un’indipendenza tormentata, come anche il colpo di stato contro il primo presidente della repubblica Zviad Gamsakhurdia. Allora la nazionale di rugby possedeva solo due palloni per allenarsi e i sacchi per i placcaggi erano cuciti in tela di jeans dalla moglie di un allenatore. Oggi la Georgia è considerata una potenza del rugby minore ed è stata la prima nazionale ex sovietica a qualificarsi a una Coppa del Mondo.

Quando nel 1991 la Georgia dichiarò la propria indipendenza, la sua nazionale di rugby disputava già incontri internazionali autonomamente da un anno e mezzo: aveva esordito nel settembre 1989, battendo lo Zimbabwe 16-3 a Kutaisi. Nel 1993, nella cittadina polacca di Sopot, le nazionali di rugby di Georgia e Russia si incontrarono per la prima volta in un incontro di qualificazione per la Coppa del Mondo del 1995. La squadra georgiana, guidata dall’estremo Nugzar Dzagnidze, contava tra i quindici titolari almeno otto giocatori – tra cui lo stesso capitano – che in passato avevano vestito la maglia rossa dell’Unione Sovietica. In Georgia il rugby è uno sport molto sentito: quando fu importato verso la fine degli anni ’50 da Jacques Haspekian, armeno nato a Marsiglia, i georgiani vi videro subito un’occasione per rimarcare la propria differenza dal resto dell’Unione Sovietica – in particolare dalla Russia – che vedeva nella palla ovale uno sport di secondo rango, in quanto non olimpico. Forte della sua grande scuola di lotta e dell’esistenza di un gioco tradizionale molto simile chiamato lelo burti, la Georgia divenne presto la capitale rugbistica dell’URSS.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :