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GEORGIA: La Chiesa, le libertà civili e il “cattivo esempio europeo”

Creato il 13 gennaio 2014 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 13 gennaio 2014 in Georgia, Slider with 1 Comment
di Emanuele Cassano

Patriarch Ilia II Of Georgia

In occasione del Natale ortodosso il Patriarca della Chiesa georgiana Ilia II, dalla Cattedrale della Santissima Trinità di Tbilisi riempita da migliaia di persone, nel suo messaggio ai fedeli ha voluto esprimersi riguardo ad alcuni dei temi più attuali e discussi che stanno mettendo alla prova la Chiesa negli ultimi tempi. Nell’epistola di Natale il Patriarca ha affrontato temi delicati come i matrimoni gay, le adozioni e l’inseminazione artificiale, per poi parlare dell’Europa cristiana e del rapporto che la lega alla Georgia.

Secondo il Patriarca, dall’Europa starebbero arrivando continue minacce nei confronti dell’istituzione della famiglia, come la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso o l’adozione di bambini da parte di coppie gay. Dopo avere definito questa situazione “deplorevole”, il Patriarca ha invece elogiato la famiglia tradizionale, composta dall’uomo “guardiano e capofamiglia” e dalla donna “responsabile della casa e della crescita dei figli”. Ilia II ha voluto criticare fortemente anche l’aborto e l’inseminazione artificiale, chiedendosi “come può una famiglia, dove un bambino è nato da una madre surrogata, essere felice?”, e avvertendo che un bambino venuto alla luce con tale metodo non può che essere destinato  a una vita priva di amore e quindi all’eterna solitudine.

Riguardo ai matrimoni gay e alle adozioni ha inoltre affermato che “tale legge distrugge completamente il senso del matrimonio, trasformando il bambino in un oggetto, che può essere posseduto da chiunque”. Il Patriarca ha poi dichiarato che queste categorie di persone sono mostrate come “rinomati rappresentanti dell’umanesimo”, posseggono privilegi e godono di pubblicità, che utilizzano per attaccare la Chiesa e i suoi valori. Secondo il Patriarca insomma, la democrazia non deve scadere in quella che definisce “immoralità”, affermando che c’è differenza tra la libertà di scelta intesa dal cristianesimo e quella intesa dagli “pseudo-liberali”.

Il Patriarca si è poi soffermato sul rapporto che la Chiesa georgiana intrattiene con l’Europa, dimostrando un’apertura “condizionata”. “La Georgia è parte dell’Europa, ma l’UE dovrebbe rispettare e considerare le tradizioni di ogni paese”, frase che può essere letta come: accettiamo il vostro aiuto, ma non diteci cosa dobbiamo fare. Il Patriarca ha voluto insistere su questo punto:

 “Con il suo sviluppo e la sua cultura, la Georgia fa parte dell’Europa cristiana, per questo motivo il nostro popolo ha concrete aspirazioni nei confronti dell’Europa. Ma riguardo a questo e agli altri problemi fondamentali dell’Unione Europea, il Parlamento Europeo dovrebbe prendere in considerazione le tradizioni e la mentalità di ogni singolo paese, e dare loro la possibilità di poter scegliere liberamente, per far sì che la popolazione locale possa connettersi con la moderna cultura europea.”

Dalle parole di Ilia II si capisce come l’ortodossa Georgia sia dunque disposta a dialogare con l’Europa cristiana, a patto però che quest’ultima non interferisca con i dettami della Chiesa georgiana, prima vera autorità del paese, e che non cerchi di “imporre” vincoli a Tbilisi, ad esempio per un futuro ingresso nell’UE (come la legalizzazione dei matrimoni omosessuali, ipotesi scongiurata dall’ambasciatore dell’UE in Georgia Philip Dimitrov).

La Chiesa georgiana ha contribuito a creare la forte identità nazionale del paese caucasico preservandola nel corso degli anni dai numerosi tentativi di assimilazione, per questo vanta tutt’ora un grande numero di fedeli praticanti. La Chiesa in Georgia influenza inoltre l’intera società, una società fortemente conservatrice che vede nel proprio Patriarca una vera e propria divinità, oltre che guida spirituale e morale. Ciò che dice Ilia II è considerato legge, per queste ragioni argomenti come ad esempio l’omosessualità sono ancora tabù da queste parti, basti pensare all’ultima manifestazione per i diritti omosessuali che si è svolta lo scorso maggio a Tbilisi: i già pochi manifestanti presenti sono stati attaccati brutalmente da contro-dimostranti ortodossi (tra i quali erano presenti anche molti preti), obbligando la polizia ad intervenire per sedare la rissa.

L’Europa ha molte ambizioni nei confronti della Georgia, come hanno dimostrato gli accordi di Vilnius del novembre scorso, ma i piani di allargamento dell’UE dovranno tener conto della complessa realtà del paese caucasico, tradizionalista e conservatore. La Georgia ha bisogno dell’aiuto e del sostegno europeo, e per avvicinarsi all’UE ha fatto molti sacrifici negli ultimi anni, ma la Chiesa ortodossa georgiana non sembra essere però disposta a perdere le proprie tradizioni o a cambiare la propria mentalità per venire incontro a Bruxelles.

Tags: Chiesa Ortodossa Georgiana, diritti civili, diritti LGBT, Emanuele Cassano, famiglia tradizionale, Georgia, Ilia II, matrimonio gay, Unione Europea Categories: Georgia, Slider


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