Il progetto di ricerca Geoswim ha offerto, il 9 giugno scorso, un’appassionante giornata di sintesi agli studiosi e agli appassionati venuti a Favignana per prendere parte alla “Nuova settimana delle Egadi”, che si è svolta dal 5 al 10 giugno.
Gli artefici del progetto Geoswim, Stefano Furlani professore di geografia Fisica e Cartografia all’Università di Trieste e Fabrizio Antonioli Senior Scientist dell’Enea di Roma, hanno illustrato le caratteristiche generali di questa impresa che, già in tre anni, ha esplorato diverse centinaia di km di coste mediterranee; e poi si sono soffermati a illustrare i primi risultati della tappa effettuata l’anno scorso nell’arcipelago delle Egadi.
Geoswim, hanno ricordato Furlani e Antonioli, è nato con l’intento di colmare le lacune sulla conoscenza delle cosiddette zone intertidali, cioè quelle fasce costiere che si trovano fra la bassa e l’alta marea, e che rivestono un’importanza fondamentale sia per l’assetto geomorfologico delle coste, nel presente e nel passato, sia per la vita che vi alberga.
Favignana, una grotta sul versante nord
seguiti da una barca appoggio in cui un membro del gruppo registra ogni particolare osservato. Solchi di battente, fori di litodomi, reef intertidali, grotte, insomma ogni tipo di emergenza geologica o biologica viene accuratamente catalogata e registrata.Chi scrive, oltre ad avere l’onore di essere stato invitato a fare il Chairman negli ultimi due workshop di Geoswim, si è associato alla ricerca effettuata tra il 3 e il 5 giugno a Ustica, acquisendo così una cognizione diretta del metodo e dello stile di lavoro: entrambi innovativi ed efficaci. La giornata di rilevamento in mare è particolarmente impegnativa: inizia alle 9 del mattino e si protrae fino alle 17-18, con brevi soste, sempre in mare, sull’imbarcazione di appoggio, per riposarsi, bere e rifocillarsi.
Eleonora De Sabata esplora una grotta a Favignana
E poi, a conclusione della giornata in mare, prima di qualunque altra cosa, si procede a un breefing di un paio d’ore necessario per assemblare sul computer tutti i dati raccolti: appunti, osservazioni visuali, fotografie, filmati e parametri fisico-chimici, per non perdere nulla di quanto faticosamente raccolto.Tornando al workshop di Favignana del 9 giugno scorso, nello stile di Geoswim, la giornata è stata caratterizzata sia da relazioni specifiche sul progetto, sia da interventi interdisciplinari. Alla presentazione generale del programma (Stefano Furlani, Il progetto Geoswim) sono seguiti: un focus sui dati raccolti alle Egadi (Fabrizio Antonioli, Valeria Lo Presti e Stefano Furlani, I risultati di Geoswim 3.0 Egadi).
una centrata su un periodo caldo di 125.000 anni fa (Piero Renda, I depositi tirreni ani delle Egadi); un’altra in campo paleontologico (Carolina di Patti e Mariarita Palombo, gli elefanti della Sicilia e delle Egadi); e per concludere una presentazione sulla Patella ferruginea, un mollusco a elevato rischio di estinzione (Eleonora De Sabata, Egadi ultima sponda per la Patella Gigante).
“Putting all together”, come dicono gli americani, un altro fiore all’occhiello per l’Area Marina Protetta delle Egadi (e per il suo direttore Stefano Donati) che rappresenta la più grande riserva del Mediterraneo, in prima fila nella difesa della biodiversità e dell’ambiente.
Franco Foresta Martin
Le fotografie sono di Eleonora De Sabata e di Fabrizio Antonioli