E poi, la finalissima del Mondiale 2014. L’evento che calamiterà gli occhi del mondo e terrò incollate le orecchie alle radioline, le menti alle vicende di campo. Ma prima occorre fare una scelta, prendere una posizione – l’hanno fatto in molti – perché questa determina quale stile preferiamo, quale politica condividiamo, quale nazione ci sta simpatica e con quale cultura condividiamo analogie e somiglianze. Non è “solo una partita, ma qualcosa di più”, ho letto, sentito e letto di nuovo su giornali, siti, blog, social network.
Germania o Argentina: per chi tifare?
Ebbene, torno al mio cappuccino e trovo un confronto interessante su Libero. Da una parte Carlo Pelanda, che propende per il rigorismo tedesco e l’efficienza teutonica.
“C’è da scegliere tra il disordine perenne dell’Argentina e l’ordine antipatico della Germania. Fino al 1946 l’Argentina era il paese più ricco e promettente del mondo. Poi la sua politica divenne populista e l’eccesso di assistenzialismo e corruzione ne limitò il potenziale e porto la nazionale al disastro economico… Il risultato della partita non verrà condizionato dal nostro tifo, ma verso chi lo indirizziamo è rilevante per riflettere su cosa vogliamo essere: una nazione inadeguata che si rifugia in tangherie per trasformare l’insuccesso in estetica (l’Argentina, ndr) oppure una comunità che persegue il successo attraverso un’organizzazione efficace ed efficiente (la Germania, ndr)”.
Dall’altra parte Mario Giordano che di Germania ne ha le tasche piene e spiega il perché.
“Stasera tifo Argentina perché vorrei, per una volta, che qualcuno desse una lezione alla Germania. Se Renzi non ci riesce, ci provi almeno Messi… Stasera tifo Argentina perché bisogna porre un freno alla volontà di dominio dei tedeschi sul mondo… Perché non sopporto la tracotanza dei tedeschi. Gli inglesi hanno inventato l’economia moderna? Ora i tedeschi danno agli inglesi lezioni di economia. Gli Stati Uniti hanno salvato il mondo grazie alle loro spie? Ora i tedeschi danno agli Stati Uniti lezioni di spionaggio. Se vincono pure con l’Argentina chi li fermerà più?
Ebbene, non solo calcio o il pallone che rotola, non solo il tifo per il dinoccolato Müller o il fenomenale Messi, per l’impeccabile Löw o il più anziano Sabella, per l’armata tedesca trita tutto e tutti o la difettosa Seleccion. Non è solo calcio, dicono. E forse è proprio così. Ho sempre avuto idiosincrasia nei confronti del demerito che passa al potere, che sale a cavallo e guida il gruppo, mi ha sempre dato fastidio il trionfo immeritato trascinato dal caso mischiato alla buona sorte. Ed ecco perché non tiferò Argentina, arrivata fin qui perché sul cammino non c’erano forze poi tanto all’altezza. Una sorta di Brasile a strisce bianche e celesti a cui il destino ha deciso di sorridere. Dall’altra parte la Germania merita di vincere, per come ha costruito nel tempo un gruppo coeso e unito nella qualità degli interpreti oltre che del copione, come direbbe Sacchi. La Germania è squadra forte, l’Argentina è composta da singoli di un coro improvvisato con qualche buona nota e una sinfonia che non suscita entusiasmo. La Germania merita questo Mondiale. Eppure sono gli argentini quelli che riscuotono maggiore simpatia e consenso: quasi tutti i sondaggi danno la maggioranza del tifo a favore dell’Albiceleste. Occorre fare una scelta.