Cavour disse “Abbiamo fatto l’Italia, ora facciamo gli italiani” e, in linea di massima – salvo alcuni casi estremi – il compito è riuscito. Lo stesso non si può dire per l’Europa, l’unione è stata fatta ma non è riuscita o meglio, se la si vuol considerare riuscita, è giusto sottolineare che esistono membri di serie A e membri di serie B, tra cui l’Italia.
Nel 2012 la Corte Europea di Strasburgo per i Diritti Umani ha condannato il nostro paese ad un risarcimento di 15.000 euro più le spese a 22 dei 24 immigrati, tra le altre cose, per i respingimento indiscriminato adottato nei loro confronti.
Il 6 maggio 2009, a 35 miglia a sud di Lampedusa - spiega il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) - in acque internazionali, le autorità italiane hanno intercettato una nave con a bordo circa 200 persone di nazionalità somala ed eritrea (tra cui bambini e donne in stato di gravidanza).
I migranti - stando al ricorso - sono stati trasbordati su imbarcazioni italiane e riaccompagnati a Tripoli contro la loro volontà, senza essere prima identificati, ascoltati né preventivamente informati sulla loro effettiva destinazione. [Fonte: Repubblica]
Era ben chiara a tutti la situazione italiana nel campo profughi di Lampedusa, sovraffollato e con insufficienza di personale. Intanto gli sbarchi proseguivano, mentre altri paesi che potevano essere meta di salvezza, si organizzavano per respingere con la forza e con le armi i possibili sbarchi.
Tra tutti i membri della Comunità Europea, dove comunità non significa unità e coesione, la Germania detta regole in campo internazionale sulla politica estera ed economica. Non è ben chiaro se quanto deciso dal Parlamento europeo debba passare al vaglio della Germania o viceversa, resta il fatto che Berlino è quasi mai in discussione.
Proprio in quest’ottica dovrebbe far discutere la decisione della nazione tedesca che, dopo la tragedia di Lampedusa dei giorni scorsi, sarebbe pronta a rispedire in Italia i migranti arrivati ad Amburgo lo scorso maggio, che hanno attraversato il nostro paese e che sono stati aiutati economicamente a raggiungere la destinazione.
Il Governo italiano aveva offerto loro un pass e cinquecento euro per le spese da sostenere lasciando Lampedusa con destinazione Germania, sperando nell’accoglienza da parte del Governo tedesco in quanto membro della Comunità. Ma così non è stato e la dichiarazione del Ministro Detlef Scheele, sulla base della normative UE che consolida le sue parole, si giustifica dicendo che «In Germania non hanno nessun diritto legale ad una casa né all’assistenza economica. Sarebbe una follia lasciarli sperare di avere un futuro lavorativo nel nostro paese».
Secondo il regolamento “Dublino II” i paesi membri sono obbligati ad ospitare gli immigrati che arrivano sul territorio nazionale con la specifica che
Se il richiedente asilo ha varcato illegalmente le frontiere di uno Stato membro, quest’ultimo è competente per l’esame della sua domanda di asilo. Questa responsabilità cessa 12 mesi dopo la data di attraversamento clandestino della frontiera.
Quindi, i trecento immigrati sono considerati clandestini e rispediti al mittente che avrebbe provveduto ad una mossa illegale. Le autorità tedesche hanno già disposto il trasporto gratuito, in treno, dei trecento immigrati per farli tornare in Italia.
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