Cioè, l'avvento dell'estate in sé. Non quella delle vacanze, quella delle prime canottiere. Dei piedi sempre nudi. Delle cicale. (Gnomo Uno: "Mamma, da quando abitiamo qui sembra di essere in campeggio. Le cicale cantano a tutte le ore!").
Abbiamo ricominciato a giocare con le cose.
Ma così. Alla come viene. Senza la mamma con il blog sempre in testa. Senza la fotina bella, anzi, la fotina quasi non avevo più voglia di farla. Perché mi sono accorta di stare sempre con qualcosa in mano. La macchina fotografica o il telefono o il computer.
E non ne avevo più voglia.
E poi quando io dirò ai miei simpatici nani adolescenti: "Ehi e basta con sto telefono!!", sia mai che mi voglia sentir dire: "E perché tu durante tutti gli anni della nostra infanzia cosa hai fatto?".
Ma tant'è, ogni tanto mi lasciavo andare però semplicemente perché in quel momento mi piacevano o mi piaceva il casino che stavano combinando.
Senza pensieri in testa, ma soprattutto senza la minima intenzione di ripulire tutta la casa, invece delle tempere, tanta acqua, ricordando un bellissimo post...
E via coi gessetti.
Il gesso con l'acqua si scioglie. Ma poi quando si asciuga, il risultato è un colore compatto, che cambia pelle.
Ma a noi cosa importa. E' l'acqua l'elemento principe. La vera goduria.
Il Tre ha cominciato a pucciare foglie e poi mani e poi, naturalmente, i piedi e tutto il resto.
Non l'ho fotografato. Lì ho solo riso.