Gestire l'ambiente e non i figli...funziona?

Creato il 16 gennaio 2013 da Nkw1978 @NKW1978
Lavorando all'interno di un supermercato ho l'occasione di vedere diverse tipologie di mamme e babbi alle prese con lo stesso contesto. Fra l'altro noi abbiamo anche dei mini-carrelli da far usare proprio ai più piccoli. L'ambiente è lo stesso per tutti, scaffali, altri avventori, prodotti che si possono rompere, cose che si possono rovesciare e comunque scaffali dietro i quali i bambini possono nascondersi. Le preoccupazioni dei genitori sono mediamente le stesse: tenere sempre in vista i piccoli, fare attenzione che non si facciano male, fare attenzione che non distruggano nulla. Nonostante questa coincidenza di fattori i comportamenti sono diversissimi, alcuni vincenti, altri perdenti. Ci sono genitori per cui la spesa è fonte di stress, altri che per non stressarsi mettono il piccolo sul carrello grande perchè “non vada in giro”, rendendo il momento della spesa una rottura di scatole, alcuni scendono a compromessi tipo “fai il bravo e puoi mangiare il grissino”, alcuni vanno di corsa col bimbo in braccio, alcuni hanno più di un figlio e urlano alternativamente all'uno o all'altro di badare il fratello/sorella, insomma mille risposte alla stessa gestione. Fra i diversi clienti con figli c'è un babbo che viene sempre col suo piccolo che è spettacolare e che mi ha fatto capire qual è la chiave di lettura giusta. Il piccolo ha pochi anni, stimo fra i due e mezzo e i tre. Ogni tanto è in braccio al babbo, ogni tanto gira col carrello, ogni tanto è dentro il carrello. Non c'è una modalità fissa. Ogni tanto il piccolo gli si addormenta in braccio, tenerissimo. Il piccolo è un gioiello, sempre pacato, sempre sorridente, gira per il negozio senza mai allontanarsi dal genitore, lo coinvolge con domande e richieste. Interagiscono. I due vengono spesso verso sera, quando c'è meno confusione. Mai una storia, anche quando è stanco, sempre a modo. Però non è uno stordito, mi spiego: quando il bimbo è sveglio è curioso, chiede, interagisce, risponde, aiuta. Guardando questi due uomini, il piccolo e il grande, ho avuto l'illuminazione. Il babbo ha capito che non ha senso gestire il figlio, deve gestire l'ambiente. Il piccolo è probabilmente buono e tranquillo di suo però il padre si muove in negozio cercando di non forzare il piccolo ma di “forzare” l'ambiente. Non prende sempre il braccio il piccolo o non lo mette sempre nel carrello, ma sceglie in base allo stato del figlio. Non gestisce il piccolo obbligandolo in un modo o in un altro, sceglie le opzioni dell'ambiente in base al momento. In alcuni reparti passa spedito, in altri sa di doversi fermare perchè al piccolo piace fermarsi, come al banco dei formaggi e della gastronomia. In alcuni reparti lo coinvolge direttamente. Alla cassa il piccolo è spesso protagonista, perchè si vede nel video della sorveglianza, perchè il padre gli parla, perchè fa domande. Io non so se questo babbo adotti una tattica o semplicemente abbia così voglia di vivere quel momento con il suo cucciolo che si approccia naturalmente nel modo migliore. Però funziona. E non è neppure faticoso, non ci sono inseguimenti in negozio, urla, stress, corse, c'è il giusto tempo. Ed è quello del piccolino. Partendo da lui ed osservando gli altri genitori mi son reso conto che gestire l'ambiente è l'elemento che caratterizza tutti gli approcci vincenti, quelli che non prevedono urla, non prevedono stress, non prevedono corse. Chi invece parte pensando a gestire il figlio spesso si ritrova ad inseguire il piccolo, magari dimenticandosi quello che deve prendere e vive un'esperienza stressanti in quei minuti che passa nel supermercato. Penso che possa funzionare ovunque, penso che rispettare l'individualità dei nostri figli gestendo l'ambiente e non forzando loro possa essere un buon approccio. Attenzione, gestire l'ambiente non vuol dire eliminare gli ostacoli dell'ambiente, certe cose non si possono eliminare. Però un conto è assicurarsi che vostro figlio usi bene l'altalena, controllando che sia integra e sperare non si faccia male, un conto è impedirgli di usarla o urlargli “STAI ATTENTO CHE TI FAI MALE” mentre la usa.

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