Non è il mio campo, non sono medico, ma oggi vorrei approfondire questo tema, perché un’amica è preoccupata e non sapendo bene come aiutarla ho pensato di informarmi e scrivere un articolo per fare in modo che si informi.
Probabilmente in questo momento anche lei sta facendo come me, e si sta già informando, ma io cerco di tranquillizzarla un po’ e così mi fa sentire un pochino utile…
Parto come di consueto, visto che non conosco l’argomento, dalla definizione.
Gestosi: Si definisce gestosi una sindrome clinica che compare nella seconda metà della gravidanza, caratterizzata da aumento della pressione arteriosa, ipertensione, perdita di proteine con le urine, proteinuria, e gonfiori agli arti inferiori, edemi.
La diagnosi viene fatta in base ai segni della malattia, quindi, ipertensione, proteinuria ed edemi. É molto importante valutare lo stato del feto, con cardiotocografia, ossia la rilevazione del battito cardiaco fetale e delle contrazioni uterine, quello che viene definito tracciato. In base alle variazioni del battito cardiaco nel tempo, si può avere lo stato di benessere del bambino. Viene fatta un’ecografia che permette di vedere lo sviluppo del feto e il color doppler che può dare informazioni sulle condizioni della circolazione sanguigna a livello della placenta e a livello fetale.
Le cause della gestosi potrebbero essere date da un’alterazione della placenta. La placenta, libera sostanze tossiche che possono causare la malattia.
Gli effetti sono la costrizione delle piccole arterie che provocano l’ipertensione, ossia la pressione alta. Altri segni che si associano alla gestosi, o che la accompagnano possono essere la diminuzione delle piastrine, l’emolisi (rottura deo globuli rossi) e problemi coagulativi.
I sintomi della gestosi sono comunque legati alla gravidanza e scompaiono del tutto dopo il parto.
C’è tuttavia una complicanza, su cui scrivo per onor di conoscenza, ma che non vuole assolutamente mettere agitazione chi legge (compresa la mia amica, capito?). La complicanza è la eclampsia, che si manifesta con delle contrazioni generalizzate e si associa al coma e a possibili lesioni degli organi interni. Nei casi più gravi si può associare all’eclampsia il distacco della placenta.
La terapia si basa sul riposo a letto e nel caso la gravidanza sia già abbastanza avanzata si può procedere con l’induzione al parto e di conseguenza alla nascita del bambino per evitare di incorrere nell’eclampsia e di conseguenza incorrere nei rischi per la mamma e il bambino.
La mia opinione è quella che se si è in “cura” da un buon ginecologo, di cui ci si fida, non ci si deve preoccupare, in qualsiasi caso il medico si muoverà per non far correre rischi alla mamma e al bambino.
Quindi, penso, tra poco la mia amica avrà la possibilità di stringere tra le braccia la sua piccola bambina e tutto andrà per il meglio.