Ai tempi dell'università, saltellavo dall'idea di una tesi all'altra: ho avuto il mio periodo yiddish, ho avuto quello gotico, da belle dame sans merci, quello norreno. Infine ho scoperto un poema in sassone antico straordinario. Si chiama Heliand, ovvero Il Salvatore. È un poema della prima metà del nono secolo, è il Vangelo sassone. Scelsi di analizzare il lessico della natura e, più nello specifico, quello dell'acqua, perché mi incuriosiva capire come si fosse adattato al contesto, come da una condizione di penuria si translasse, traducesse, a una condizione di abbondanza. Nel processo di adattamento, c'era da considerare una cultura del tutto oppositiva, restia alla cristianizzazione, ma anche il contesto geografico totalmente differente. La riflessione su questo si approfondì e arricchì, quando scoprii tra quelle pagine un Gesù fiero e indomito, perseverante, e un Pietro combattente coraggioso, estraneo alla paura, piuttosto spigoloso. Tutto nel Vangelo sassone era epico, persino i toni.
"Simone," mi disse, "tu ormai ti chiamerai Pietro. Tu eri un pescatore di pesci, io farò di te un pescatore di uomini". La sua voce mi bruciava dentro. "Vieni, Pietro, seguimi". L'ho seguito. Ho lasciato tutto. È lui che mi ha preso nelle sue reti.
Si sente in questo scambio riportato da Pietro, tutto il conflitto interiore dell'uomo che non sa rinunciare ai propri affetti, alla propria casa; che non vorrebbe andare ma infine cede e va, conservando una certa e naturale acredine nei confronti di chi lo ha avvinto nella sua rete. È il rapporto tra i due, Gesù e Pietro, che percorre le pagine e il racconto, più di quanto non faccia il resto e che rende il restante appassionato, contrastante e intenso. Due uomini anticonformisti, capaci di risalire controcorrente, di non piegarsi mai, rifuggendo la violenza e inseguendo, invece, degli ideali altissimi.
Autore: Marie-Aude Murail
Editore: Camelozampa
Dati: 2015, 112 pp., 10,90 €