Perchè se è vero che oggi tutti ricordano l'ultimo periodo di Gheddafi, non dobbiamo dimenticare che nella sua iniziale ascesa al potere era un paladino di quel panafricanismo, tanto in voga fino agli anni settanta. Fu anche punto di riferimento per un nutrito gruppo di golpisti, gruppi e movimenti africani ( e non solo) che nelle terre libiche trovarono sostegno, protezione e addestramento. Così come ha finanziato, in tutti questi anni e in vari modi, governi, partiti e lobby senza badare ne alla connotazione politica ne alla correttezza dei rapporti che la geopolitica del momento avrebbe suggerito.
Sarebbe stato interessante vedere Gheddafi di fronte ad una Corte Internazionale interrogato su quel che accadde a Ustica o sul terrorismo palestinese, sulle contropartite nasconte avute quando ha salvato aziende in vari paesi (Italia compresa) o sui rapporti con golpisti e dittatori africani. O ancora sugli accordi con gli americani che hanno segnato i suoi cambi di rotta.
Purtroppo non avremmo mai il piacere di ascoltare Gheddafi su questi e su altri temi.
Ai fini delle curiosità statiche la morte di Gheddafi è l'ultima di una lunga serie di capi di stato o capi di governo (o ex capi) che hanno trovato la morte in modo cruento. Solo un mese fa (il 20 settembre 2011) in Afganistan morì in un attentato l'ex Presidente dell'Afghanistan Burhaddin Rabbani. L'ultimo presidente in carica assassinato è stato Joao Bernando Vieira, presidente della Guinea Bissau morto il 2 marzo 2009 in uno scontro a fuoco. Per trovare nell'ultimo decennio altri capi di stato assassinati bisogna andare al 2001, quando il 1 giugno fu assassinato, in una disputa familiare, il re del Nepal Birendra, mentre il 16 gennaio dello stesso anno fu assassinato il presidente della Repubblica Democratica del Congo Laurent Desirè Kabila. Nel mezzo, vale la pena ricordare un'altro omicidio eccellente quello dell'ex-primo ministro pakistano Benazir Bhutto, assassinata il 27 dicembre 2007.
Governare a volte può essere pericoloso, in Africa nel passato lo è stato per molti (una trentina, tra capi di stato e primi ministri, gli assassinati a partire dal 1960).