Diverse sono state le reazione del mondo della politica sulla morte di Gheddafi e diverse lo sono state nei toni, in confronto a quelle del nostro Presidente del Consiglio. Pier Ferdinando Casini, leader dell’udc, scrive sul suo blog: «Gheddafi è morto e la sua scomparsa non potrá cancellare le sofferenze che ha inflitto a migliaia e migliaia di libici. Consiglio maggiore prudenza nei commenti soprattutto a chi in vita lo ha ossequiato con poco senso della misura».
Umberto Bossi ha subito pensato alla questione cara al suo partito: l’immigrazione, dichiarando: «Ora bisogna mandare i clandestini libici a casa». Di altro tenore è la dichiarazione di un altro componente del carroccio, Mario Borgezio che parla addirittura di “morte gloriosa di un grande leader”.
Il Presidente della Camera Gianfranco Fini, parla invece di svolta da parte di uno dei Paesi più importanti del Mediterraneo, di un nuovo assetto politico e una nuova fase tra la Libia e gli altri Paesi.
Messaggi di ottimismo, vengono anche dalla Farnesina e dal Ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Frattini parla di vittoria del popolo libico, mentre La Russa commenta: «Adesso la Libia ha 30 giorni per dotarsi di un governo provvisorio ma già oggi nasce una nuova Libia: dobbiamo gioire perché senza l’intervento nostro e della Nato sarebbero partite migliaia di persone in più come profughi e non avremmo più avuto un partner né per l’immigrazione né per il commercio. Abbiamo ottenuto risultati umanitari e concreti».
Per finire, anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha espresso la sua gioia commentando: «Ora La Libia è un Paese libero e unito. Si chiude una pagina drammatica». Ai giornalisti che chiedevano al Capo dello Stato cosa sarebbe cambiato in Libia, ha risposto: «C’è da augurarsi che si costruisca un paese nuovo, libero e unito».