Non per contraddire i ricercatori di Gherush92, ma la Divina Commedia viene letta da secoli e non ha mai recato disturbo ad alcuno se non durante le interrogazioni a scuola. Facciamo un'ipotesi, diamo per buone le teorie dell'organizzazione: l'opera dantesca è razzista e al suo interno presenta contenuti omofobi e islamofobi. Innanzi tutto è opportuno contestualizzare il testo, collocandolo alla sua epoca e non alla nostra (che ha poco senso). Anche la Bibbia, allora, in alcuni suoi passi non è il massimo del "volemose bene". Eppure non si ravvisano generazioni deviate né a causa della Bibbia né a causa della Divina Commedia. Secondo punto: perché uscirsene soltanto ora come i cavoli a merenda? Quale particolare studio ha indotto i ricercatori a conclusioni siffatte? È il metodo Invisible Children, anche se perseguito tramite diversi canali. Le cause, più o meno condivisibili, possono trainare dalla loro numerosi adepti, ma è importante sollevarlo il problema, non la questione in sé. E il dubbio che sorge è che la mobilitazione - tuttavia auspicabile quella contro Kony, pretestuosa invece nel caso di Dante - abbia in realtà un secondo fine. Certo, Benedetto XV, ad esempio, esortò la lettura di Dante quale baluardo della cristianità. Ma non diamo adito ai facili fondamentalismi, che ne abbiamo già molti mi pare.
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