Il regista Jon Chu sa perfettamente in che direzione collocare la sua pellicola ed infatti ci si inserisce in tronco, senza se e senza ma. "G.I. Joe: La Vendetta" basa la sua intera natura sull'azione, la spettacolarità e i muscoli dei suoi protagonisti, tralasciando l'importanza di una sceneggiatura scritta in maniera concreta e accontentandosi di averne un abbozzo, così, tanto per poter procedere e agire d'istinto. Diventa allora praticamente scontato il tipo di riscontro a favore di pubblico che una scelta simile può comportare, padrona assoluta di discontinuità narrativa e pronta a gonfiarsi nelle bellissime e architettate scene di puro intrattenimento come a sgonfiarsi, ovviamente, quando a stare al centro dell'attenzione deve esserci quella trama flebile, superficiale e costretta purtroppo a spiegare le vele per dare il via a nuove spettacolari scazzottate o battaglie.
L'aver tentato di ricalcare le orme dei film di Bruce Lee è servito quindi solamente a tardare di pochissimo un destino che a più di qualcuno appariva già scritto e inevitabile, visto che lo stato zoppicante di questo franchise è talmente evidente e doloroso ormai da essere diventato irreversibile. Channing Tatum ha già salutato, Dwayne Johnson e Bruce Willis hanno deciso di crederci ancora, ma come fu per "I Fantastici 4" anche per gli uomini di Joe sembra essere molto più vicina la cancellazione che l'ulteriore promozione ad un terzo capitolo.
Certo, miracoli a parte.
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