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Giacomo Balla astrattista futurista

Creato il 17 novembre 2015 da Eva Gatti @avadesordre
LocBalla

La "villa dei capolavori", così viene chiamata la villa che ospita la Fondazione Magnani Rocca perché la residenza del collezionista e critico d'arte Luigi Magnani vanta una collezione invidiabile che va maestri come Filippo Lippi o Gentile da Fabriano fino a Monet, Renoir, Matisse, passando per Tiziano, Durer, De Chirico senza dimenticare la serie di 50 Morandi. Oltre alla quadreria permanente la villa ospita anche importanti mostre tematiche, quella dedicata a Giacomo Balla resterà aperta fino all'8 dicembre 2015.
L'occasione è quella di celebrare il centenario della pubblicazione del manifesto Ricostruzione Futurista dell’Universo firmato da Balla e Depero e tutta l'opera dell'artista viene ripercorsa in sezioni che riprendono le parole chiave del testo. Si parte dai primi lavori d'impronta divisionista che dimostrano da subito come lo studio di Balla sia rivolto soprattutto al colore e alla luce. Spicca in questa sezione la bellissima Fontana che piange, un'opera mai esposta in precedenza, di grande impatto anche la Finestra di Düsseldorf.
Del periodo prettamente futurista, nella sezione movimento colpiscono gli studi sul movimento che portano a Volo di rondini.
Largo spazio viene dato alla figura femminile, dal primo pastello della moglie, Elisa che cuce ai ritratti delle figlie, ai nudi ma soprattutto la presenza del capolavoro Dubbio di cui è intrigante anche la cornice quasi architettonica voluta da Balla stesso.
L'indagine sul movimento del pittore sfocia naturalmente nella tridimensionalità delle sculture e come per alti futuristi l'arte si riflette su tutti gli aspetti della vita ecco allora i vestiti futuristi ideati da Balla per sé e per la moglie o le figlie. Sono presenti anche mobili che provengono dalla casa di Balla nella speranza che presto la sua casa studio venga aperta al pubblico.

Ultima chicca: fino all'8 dicembre alla Fondazione Magnani Rocca è visibile anche La sedia di Van Gogh (1888) prestata dalla National Gallery di Londra in cambio de La famiglia dell’infante don Luis di Goya.

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