Giaideit

Creato il 23 novembre 2014 da Luca De Ronch @Luca_De_Ronch

Un gradito ritorno, quello sul Giaideit, l’altra volta era primavera, c’era un po’ di neve e tante incertezze sul sentiero di ritorno per gli Stavoli Mignezza, stavolta è autunno e completiamo l’anello. Entrambe le volte  giornata splendida e gran panorama
Nei pressi della Chiesa di San Bartolomeo imbocchiamo il “Troi par San Florean”. Siamo sul Cammino delle Pievi, affascinante percorso spirituale, che tocca antiche chiese della Carnia poste sulle colline o sulle alture lontano dai paesi, che ha inizio proprio ad Imponzo per terminare a Zuglio, l’antica Iulium Carnicum. La mulattiera, costeggiando un antico muro in pietra sale all’interno  di un bel bosco di tassi e abeti, all’ombra del Giaideit. La temperatura alla mattina è frizzantina e prima di poter godere dei caldi raggi del sole bisogna raggiungere l’insellatura che precede il colle dove sorge la Pieve di San Floriano. Ci vuole poco meno di un’oretta, poi raggiunta la Chiesa vale proprio la pena fare una bella sosta, prima di affrontare il ripido sentiero per la cima. La posizione in cui sorge la Pieve è particolarmente panoramica, si vede la verdeggiante piana di Illegio, la Valle del But, le montagne vicine e quelle un po’ più lontane, spiccano il Coglians e Cjanevate il Sernio e la grande mole dell’Amariana in controluce.





La pausa va goduta tutta, perché da adesso in poi si fatica. Seguendo il segnavia CAI che passa a fianco di un antico pozzo ci inoltriamo in un fitto bosco, lungo un sentiero piuttosto ripido e scivoloso, piuttosto scomodo e faticoso, per poi, dopo una svolta, quando il bosco si trasforma in una bella pineta di pino nero e silvestre iniziamo ad affrontare il costone. Questo tratto è particolarmente ripido e procede a strette svolte, tra i massi e le rampe erbose. Le viste che si riescono sempre di più a rubare tra i rami degli alberi offrono motivo di sosta, la fotografia di paesaggi montani è pur sempre una bella scusa per tirar fiato.Passati accanto al misterioso buco con il soffione di aria calda, ancora un breve strappo e sbuchiamo sul crestone che seguiamo fin sotto il cupolotto dell’antecima raggiunta in breve con l’aiuto di un cavo che agevola la salita tra le roccette comunque  ricche di appigli.









Ancora una sosta, una panchina e una bella croce sono particolarmente invitanti, è come stare seduti in terrazza, una gran bella balconata panoramica sulla conca Tolmezzina, seduti a snocciolar nomi di cime a memoria, salvo poi trovare conferma sulla bella rosa dei venti posta sulla cima vera poco distante. l’Amariana, il Riquini, Il Palavierte e le crete di Palasecca, il Sernio imponente e ancora lo Zermula, il Tersadia , il monte Cucco, poi lontani il Coglians e Cjanevate e ancora il Crostis, il Dauda, il Col Gentile, l’Arvenis, il Bivera, il Tinisa, il Lovinzola e via verso la cima vera.


Qui troviamo buon stare, salame di Treppo Carnico, formaggio di Malga Tuglia e un po’ di allegria, così tanto per mantener vive le tradizioni e poi giù per il versante opposto, sempre accompagnati da un caldo sole che dopo un po’ di giorni di pioggia, finalmente da vigore ad una splendida giornata che poco ha a che fare con l’autunno. Il sentiero erboso è inizialmente un po’ ripido, poi si rientra nel bosco, prima una pineta poi una fitta faggetta, che comodamente si raccorda con una pista forestale che seguita verso destra per un buon tratto porta ad un trivio dove si trovano le indicazioni per Imponzo.



Abbandonata la forestale inizia la lunga discesa nel bosco che calando sul costone a fianco del Rio Mignezza ne raggiunge l’alveo. Non serve il gps per ritrovare il sentiero risalendo per alcune decine di metri il greto sull’altro versante. Ultimo sforzo e siamo sul pendio prativo che ospita alcune piccole baite e precede il grande ripiano erboso degli stavoli Mignezza.




La piacevole escursione procede oltre gli stavoli, alle nostre spalle, sopra la boscaglia troneggia il Sernio. Passando accanto ad un picccola ancona si riprende a scendere lungo una bella mulattiera che attraversando alcuni stavoli, ruderi e altri antichi camminamenti che ancora in parte conservano massicciata e selciato, si affaccia su un costone roccioso sul Rio Mignezza. Facendo attenzione ad alcuni tratti un po’ franati ed esposti siamo ad Imponzo, una breve passeggiata tra le case e ci ritroviamo a San Bartolomeo.




Itinerario molto bello, alla fine discretamente lungo, a tratti ripido e faticoso ma molto panoramico e di notevole interesse. Consigliato ! 
tutte le foto le trovi qui

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