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Giampaolo De Pietro, Due figure e il mare (su una foto di Luigi Ghirri)

Da Ellisse

In attesa di mettere il linea qualche poesia di Giampaolo De Pietro (v. anche QUI), pubblico una sua riflessione poetica ispirata a una foto di Luigi Ghirri
Luigi Ghirri

La bocca asciutta di queste due figure, scure e abbracciate sopra il mare, tra il cemento ed esso, il mare adesso e la sua bocca, semiaperta. Il loro volto basso, uno solo è un duo di un piccolo coro immobile che attraversa la superficie tratteggiata da brividi in fronte, il loro piccolo specchio non visto di rughe di espressione di segreto e dolore da non poter escludere solo il mare, compreso sorriso, mare di tutte quelle rughe, specchio verso l’orizzonte di due e il riparo di tutto, al riparo da nessuno e da niente – c’è forse un confine? V’è, probabilmente. Un’onda, indipendentemente, la prima – e poi, più verosimilmente, un’ultima quella che soffia in fondo e tocca fino in finire, per l’introduzione, per la prima apertura, si dica lettera, lo sfocio da un fiume a una piccola pozza in mano a una creatura che l’abbia bevuta, dalla sua asciutta bocca, figura che adesso dopo la sete e la sua avvenuta avverata avventura abbeverata, adesso è il mare stesso il mare esteso di una sola statura con gli occhi rivolti in alto e la paura, e tutto intorno l’alto, l’altro, il bisogno di un’immensa ala anche se a piccola apertura – e poi seduti come il trampolo senza premura, l’attesa, in abbraccio rende i capelli a un tempo eterni e confondibili col tempo medesimo, il tempo che scadrà in voce e misura, (a ciocche?) - le mani dove sono se non le vedi, le mani sono nascoste le mani del mare spesso, le mani sono il segreto opposto, il chiarimento di forma in forme e sagome e al loro posto si plasma nuovamente anche lo spazio che il tempo non aveva contratto, si contano più presenze più passanti più oggetti passeggeri e velocemente si somma e altrettanto lentamente si sottraggono le onde, si rifrangono all’indietro, e si ritorna al posto, due figure dalla bocca asciutta e il mare, all’indentro, in silenzio ad aspettare – il tempo e lo spazio di una posa fotografata di spalle, e il respiro aperto – senza e per nessuno, i capelli e il piroscafo del futuro del suo sguardo e di nessuno ancora, con, stavolta, un abbraccio rivolto al mare e tutto il resto, gli occhi di cosa, a ruota e il cielo, nessuno e un occhio appena adesso due e ora, due più i nostri, i miei e i tuoi: “Credo sia una foto di Ghirri”.

Giampaolo De Pietro


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