Giampiero Brunetta e Duccio Tessari

Creato il 09 aprile 2014 da Signoradeifiltriblog @signoradeifiltr

La Storia del Cinema Italiano di Giampiero Brunetta prende in considerazione il lavoro di Tessari con riferimento al peplum e al western all’italiana. Il film mitologico rappresenta un momento di evasione, di fuga dalla realtà.

“Le immagini del passato, delle mitiche origini diventano il luogo ideale, di evasione fantastica e liberazione dal quotidiano per uno spettatore non ancora entrato nella società dei consumi, che si riconosce nei valori di una società patriarcale da cui si sta separando per sempre”. Brunetta afferma che “i film di Freda, Tessari, Cottafavi, Leone, Francisci sono i frammenti di un cantare in cui, partendo verso un nuovo mondo industriale, un’intera civiltà si congeda dal passato restituendogli il volto più nobile”. I film mitologici affermano la loro fiducia antropocentrica, in un momento storico che vede perdere importanza alla figura individuale.

Il passaggio dal peplum al western, con le pistole all’amatriciana, è segnato dal successo di Per un pugno di dollari. I riferimenti dei nostri autori sono alti, perché “Leone e Tessari guardano ai temi omerici e della tragedia oltre che ai modelli narrativi di film giapponesi (come I sette samuraio La sfida del samurai di Kurosawa)”. Brunetta si sforza di definire lo spaghetti - western come un genere a se stante dal western americano, perché ai nostri autori non interessano i motivi biblici della frontiera. “Il racconto è spogliato dall’aura mitica e il contesto si occupa di riprodurre il presente”.

Brunetta definisce Sergio Leone un vero e proprio caposcuola, capace di rovesciare valori fondanti, moltiplicando le fasi di tensione e scomponendo la struttura, usando molti primi piani e mettendo al centro di tutto il punto di vista del personaggio. Ironia e scelta antirealistica sono alla base del western italiano, due elementi che ritroviamo anche in Tessari e Corbucci, giudicati come gli allievi più interessanti del maestro.

Il western italiano non è interessato al tema del viaggio e alle motivazioni ideali, spesso l’eroe uccide senza giustificazione ed è privo di scrupoli. La tensione narrativa è forte, le carneficine spettacolari, le emozioni continue. Il western all’italiana si distende solo nelle cavalcate, il duello apre e chiude il racconto, le armi assumono un valore totemico. Lo stile, il ritmo narrativo sono opposti al modo di girare nordamericano: si alternano visioni di grandi totali a una serie frantumata di primissimi piani e dettagli, i tempi sono dilatati e i dialoghi subordinati al linguaggio del contesto. La morte non è mai rappresentata in maniera tragica ma spettacolare, riducendo il suo valore di momento estremo”.

Brunetta esprime alcune considerazioni condivisibili sul ruolo del western nella società dei consumi: “Se il film mitologico è il corrispettivo mitico di una società agricola a struttura patriarcale, il western si presenta come un genere perfettamente omologo a una società in cui l’aumento dei consumi, la maggiore circolazione del denaro, la progressiva industrializzazione dissolvono, in un attimo, miti e valori finora rimasti immutati”. Non solo: “Il western diventa un mezzo privilegiato che respira il clima politico studentesco e si presenta come un manuale di guerriglia per il consumo di massa. Tra i primi film di Leone e Tessari e quelli di Sollima e Damiani esiste una fase di apertura in tutte le direzioni: il genere diventa una legione straniera che accoglie i reduci e i fuggiaschi da qualsiasi territorio vicino e lontano, i diseredati del neorealismo, i mercenari e i registi di ventura…”. Brunetta afferma che il western di Leone Tessari è sempre temprato dall’ironia, mai eccessivamente violento e sadico, componenti che si accentueranno con Questi, Bava e Freda. In compenso, lo spaghetti - western di Tessari anticipa in qualche modo, con le sue componenti comiche, l’arrivo di Enzo Barboni (E.B. Cloucher) con il suo Lo chiamavano Trinità (1970) che porta nel western chiare componenti eroicomiche.

La Cineteca di Caino

(Piombino, Italy - 1960). Periodista de Gordiano Lupi La Stampa de Torino. Traductor de Alejandro Torreguitart Ruiz, Yoani Sánchez, William Navarrete, Felix Luis Viera, Heberto Padilla y otros ...

http://cinetecadicaino.blogspot.it/


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