Leone, quali dei tanti cambiamenti contraddistingue di più la Rai di oggi?«Essere diventato un gruppo multimediale e multicanale dalla forte differenziazione d’offerta. In Europa non esiste servizio pubblico con così tanta varietà».
E questa trasformazione riesce a restituirla al suo pubblico?«Si assorbe quello che accade nella società e si riproiettano le tendenze generali, fino ad anticiparle. La fiction tocca i temi del contemporaneo, l’intrattenimento segue meccanismi diversi ma può reinventare format classici come ha fatto Fazio per Sanremo e Carlo Conti per Tale e quale Show. Nell’informazione è ancora più evidente l’evoluzione del servizio pubblico. Siamo passati da Tv7 a Zavoli, a Biagi che parlava d’attualità ne Il Fatto, a Santoro e ora alla Gabanelli che ha rivoluzionato il reportage».
I canali tematici hanno messo alle corde la tv generalista. Perché guardarla ancora?«Esistono 100 canali gratuiti e 200 a pagamento. Eppure teniamo gli ascolti perché rispetto ai competitor siamo più caratterizzati. I tematici sono cresciuti del 4% e l’offerta generalista ne fa le spese».
Che si fa per non vedersi erosi?«Il nostro primo obiettivo è mantenere la quota di ascolto adeguata al nostro pubblico. Certo, è più adulto di quello di altre reti ma è il Paese che sta invecchiando e noi non abbiamo come finalità il target commerciale».
Obiettivi mancati che bruciano?«Non avere Fiorello a Raiuno mi dispiace molto. Crozza è un altro obiettivo mancato. Sarebbe stato l’architrave dell’intrattenimento della mia rete. Un genere, l’intrattenimento, che per una tv generalista è molto importante e che risente di più dei cambiamenti».
E con i talent come vi ponete?«Dopo aver perso colpevolmente X Factor, abbiamo ampiamente coperto con The Voice».
Che cosa le manca?«Un buon linguaggio di infotainment (informazione-spettacolo) in prima serata. Ora stiamo testando Petrolio, un nuovo modo di portare storie positive importanti. Un genere difficile».
E i conti come stanno?«La Rai chiuderà il 2013 avvicinandosi al pareggio di bilancio. Questo le darà maggiore autonomia dalla politica. Con i conti a posto, si chiede meno in termini istituzionali».
Una chimera liberarsi dai partiti in Rai.«Noi oggi lavoriamo in totale autonomia».
Siamo quasi al compleanno, che cosa regalerebbe alla Rai che ancora non ha?«Intanto le regaleremo un film di due ore tutto su di lei realizzato grazie a Techetecheté. Soprattutto le regalerei maggiore rispetto esterno. Cambierei la percezione che si ha della Rai, troppo spesso ingenerosa e che non premia le qualità. Vorrei portare più cultura e informazione in prima serata e non relegarli in fasce orarie impossibili. E vorrei che facessero tanti ascolti».
Intervista di Michela Tamburrinoper "La Stampa"