La presentazione del libro “Mi ritornano in mente”, realizzato da Gianfranco D’Amato, mi ha permesso di chiudere il cerchio, e dopo la lettura il poter interloquire con l’autore mi ha condotto verso ulteriore approfondimento. D’Amato è un appassionato di musica che riesce a coronare un sogno, quello di trovare un reale contatto con i miti musicali della sua infanzia, molti dei quali erano per lui -e sono per la stragrande maggioranza delle persone- nomi noti, ma volti sconosciuti: “Ma che freddo fa, di Migliacci-Mattone, orchestra diretta da Ruggero Cini, canta Nada…”; così presentava Daniele Piombi in un lontano Festival di Sanremo. Migliacci e Mattone? E che viso hanno? Il loro nome è noto a tutti ma… esistono? Anche allora, come oggi, era la visibilità che decretava la notorietà. Di accoppiate come queste il book è zeppo, e la lettura scorre veloce e serena, almeno per la moltitudine di anime che ha vissuto gli ultimi cinquant’anni di musica taliana. Non importa se Orietta Berti -non citata nel libro- è per molti inascoltabile… per tutti “Io, tu e le rose” o “Finchè la barca va” è comunque qualcosa di conosciuto, come si diceva un tempo, di “nazionalpopolare”. D’amato è uomo tenace, e va controcorrente quando i saccenti critici musicali cercano di scoraggiarlo o nemmeno rispondono, ma lui ha idee chiare e il sacro fuoco che brucia, e alla fine il risultato sarà sorprendente. La spinta, come accennato, è la passione di una vita, ma il percorso compiuto assume oggi valore storico, didattico e documentale. I nostri autori, interpreti, cantautori, musicisti, artisti, non sono più dei giovani di belle speranze, e se non hanno pensato a riportare la loro memoria su di un’autobiografia scritta, la loro storia andrà persa, o sarà delegata a chi parla senza averne i numeri ne la conoscenza. E le vicende importanti sono fatte,anche, di aneddoti, e ci raccontano, in questo caso, di successi interplanetari nati per caso, di vicende dolorose celate dietro a musica gioiosa. Come nasce “Che sarà”? E’ solo un fatto tra i Ricchi e Poveri e Sanremo? E da dove arriva il dispiacere di Jimmy Fontana? Ma è vero che Patty Pravo non ama “La bambola”? Ed è possibile che Celentano non abbia considerato “L’italiano”, che gli veniva servito su di un piatto d’argento? E come mai certi brani non vengono attribuiti al vero autore ed altri continuano ad essere fonti di cospicue entrate nonostante non siano mai stati amati da chi li ha costruiti? E cosa accadde quella sera quando, casualmente, Baldan Bembo e Mimì suonarono in un pub solo per loro, tre giorni prima che lei fosse trovata morta? Tanti piccoli dettagli che fanno la differenza, che contribuiscono a costruire immagini più vicine alla realtà, pictures che grazie a D’amato rimarranno fissate per sempre. Non è gossip, non sono chiacchiere, ma è il mero documentare un mondo che non c’è più, dove esisteva il mestiere dell’autore che lavorava in team, un’accoppiata -o anche di più- tra paroliere e scrittore musicale, capace di far nascere magie in un breve lasso temporale, magari in auto o al telefono. Esistevano gli interpreti e chi alimentava le loro necessità, e forse l’entrata in gioco dei cantautori ha segnato l’inizio del cambiamento, e non solo per la musica leggera. Lo schema che Gianfranco D’Amato propone è preciso, frutto dell’incontro con diversi personaggi autorevoli con cui nasce un confronto, fatto di domande stimolanti e risposte dilaganti. Esiste poi la parte oggettiva, quella personale ed una sorta di questionario standard che permette la comparazione di idee. Un altro pregio del libro è rappresentato dalla stimolo alla ricerca, perché nel corso della lettura appaiono nomi che a volte non sono illuminanti, ma se la curiosità spinge ad un minimo di ricerca -youtube è sufficiente- ecco riaffiorare un brano dimenticato, una situazione, un ricordo felice o doloroso, magari un amore o la nascita di un’amicizia, perché come si evince dal filmato a seguire, “se hai un ricordo nascosto la musica lo scoverà…”. E’ proprio la questione riguardante l’amicizia nel mondo dello spettacolo, posta a tutti da Gianfranco, che porta a diverse riflessioni: amare da un lato -perché molti dichiarano di non avere “amicizie musicali”-, sorprendente dall’altro, perché vedere Al Bano considerato da molti un vero amico appare confortante, e per una volta si realizza che ciò che si capta dallo schermo di casa -nel suo caso giovialità e sensibilità- può anche corrispondere a verità. Ma l’immagine per me più amara, simbolo negativo e riassuntivo della precisa ricostruzione di D’Amato, è quella che sintetizza il cambiamento radicale ormai avvenuto, testimoniante la pochezza di un mondo dei suoni -e del businnes- in cui il significato di “arte musicale” ha perso peso, a favore di stelle che brillano un giorno e che vivono di forma più che di sostanza: l’epilogo dell’incontro con Dario Baldan Bembo finisce, più o meno, con il seguente scambio… “Ma tu hai brani nuovi, continui a scrivere?”. La risposta lascia intuire che, sì, i brani ci sono, ma… “A chi potrei darli?”. C’era una volta un mondo in cui alcuni uomini virtuosi, rinchiusi in una stanza, da soli o in piena comunione, nelle situazioni più disparate, confezionavano canzoni su misura, per interpreti che non aspettavano altro. Gianfranco D’Amato ci racconta di quei giorni e, conseguentemente, ci regala lo strumento per fare opera di comparazione… al lettore il giudizio finale.
MI RITORNANO IN MENTE Grandi autori della canzone italiana raccontano i loro successi degli anni Settanta e Ottanta di Gianfranco D'Amato Prefazione di Mara Maionchi
Gli autori Luigi Albertelli ~ Dario Baldan Bembo ~ Gianni Bella ~ Edoardo Bennato ~ Piero Cassano ~ Giancarlo Golzi ~ Toto Cutugno ~ Maurizio Fabrizio ~ Roby Facchinetti ~ Jimmy Fontana ~ Alberto Fortis ~ Andrea Lo Vecchio ~ Claudio Mattone ~ Franco Migliacci ~ “Popi” Minellono ~ Piero Pintucci ~ Enrico Ruggeri ~ Luigi Schiavone ~ Alberto Salerno ~ Roberto Soffici ~ Gianni Togni ~ Roberto Vecchioni
“In fin dei conti i molti episodi felici e tristi, divertenti e strampalati raccolti con passione e precisione in questo libro ricreano per noi, che quegli anni li abbiamo vissuti da protagonisti, un quadro molto familiare di occasioni, incontri, luoghi, frenesie, delusioni, arrabbiature, scoperte, gioie. E soprattutto di canzoni fantastiche. La struttura del racconto, con un capitolo dedicato a ogni personaggio, mi è piaciuta particolarmente. I collegamenti tra i ricordi del passato e l’analisi della situazione attuale (attraverso le interviste) spiegano come funzionava il mondo musica allora e cosa è diventato negli ultimi venti anni. E non con l’opinione di chi scrive, ma con il racconto diretto di decine di protagonisti”. Mara Maionchi
GIACOMO (GIANFRANCO) D'AMATO È nato a Salerno e vive a Milano. È ingegnere elettronico, manager di aziende multinazionali e imprenditore. Appassionato di musica e scrittura, ha combinato i due interessi in questo suo primo libro. È tra i fondatori dell'associazione no-profit MuoviLaMusica.